Lettere

LETTERA APERTA AI SINDACI DELLA VAL VIBRATA

 

06.09.2014

Preg.mi Sigg. Sindaci, sicuramente tra i Vostri molteplici impegni non tralasciate l’urgenza dell’arginazione del Torrente Vibrata.

Le alluvioni, come le semplici piene sono una dannazione per l’intera Popolazione Vibratiana in termini economici o, purtroppo, come già accaduto, anche in termini di vite umane.

Gli ultimi episodi che hanno colpito duramente il territorio sono ancora sotto gli occhi di tutti, e con l’approssimarsi del maltempo autunno/invernale, molti già tremano al solo pensiero di un ingrossamento del Torrente stesso.

Alla riunione tenutasi ad Alba Adriatica tempo fa, cui ha partecipato anche personale del Genio Civile, nulla è stato detto in merito, anzi, lo stesso Ingegnere del Genio si era lasciato andare ad un commento che il posizionamento di breccia nei punti di rottura “durano quel che durano”.

Le opere di bonifica del Vibrata, iniziate nel 1931, purtroppo senza manutenzione o peggio, non hanno retto più, per quanto alcuni manufatti sul Salinello ancora emergono1 perfetti come allora.

Oggi, purtroppo, il Genio Civile “alza le mani”, il Consorzio di Bonifica viene inteso solo come Ente superfluo dedito ad emettere le sue cartelle, la Regione … ? l’ultimo baluardo a far fronte alle piene siete rimasti solo voi!

Cari Sindaci, cari Amministratori eletti dal Popolo, se nel 1931, senza la tecnologia e le attrezzature di oggi, siamo riusciti a rendere coltivabili interminabili paludi, siamo riusciti a debellare la malaria, la leishmaniosi e quant’altro, seppur alcune di queste malattie (ed altre) stanno tornando in Italia, vi lanciamo un accorato appello affinché il Popolo Vibratiano non debba versare più lacrime e soldi per le piene del Vibrata.

Dal XVI secolo nel mondo si costruiscono i gabbioni per la regimentazione delle acque, costano poco e, se fatti a regola d’arte, abbisognano di minimi interventi di manutenzione e questi neanche annuali. Se proprio non vi piacciono i gabbioni, ma si vuole spendere qualcosa in più, con la ricostruzione degli argini, si può prevedere la posa in opera di geomembrane. Potete prevedere anche l’uso di materiali come il tyre-log (composto dal riciclo dei pneumatici dismessi). O, come si è realizzato in Spagna, argini ricostruiti con il posizionamento di pneumatici riempiti di terra, così da ricreare una barriera e fomentare la vegetazione ripariale. Noi non siamo Ingegneri, non siamo Agronomi e neanche Architetti ambientali, siamo solo stanchi di essere alluvionati, e vi proponiamo interventi semplici e risolutivi.

Qualcuno ha voglia ed interesse a risolvere il problema?

Stefano Flajani

promotore circolo “Val Vibrata” MSI – Destra Sociale

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