L’Aquila. Tutti uniti nel nome dell’arte. Evento in occasione della 720ma edizione della Perdonanza.

Off Site Art, il progetto che trasforma la città de L’Aquila in una galleria d’arte all’aperto, si presenta alla città e inaugura giovedì 28 agosto tre nuove installazioni all’inizio di Corso Vittorio Emanuele.

 

 

Un grande progetto di arte pubblica per L’Aquila terremotata è stato presentato il 25 agosto 2014 a L’Aquila in occasione della 720esima edizione della Perdonanza da Veronica Santi, curatrice di Off Site Art, gli artisti di Off Site Art, Massimo Cialente, Sindaco, Betty Leone, Assessore alla Cultura, Gianni Frattale, Presidente di Ance L’Aquila, Francesco Manni, Direttore di Ance L’Aquila, Eugenio Coccia, Direttore del Gran Sasso Science Institute, Paola Inverardi, Rettrice dell’Università degli Studi dell’Aquila, Marco Fanfani, Presidente della Fondazione CARISPAQ, Tarcisio Fornaciari, Direttore della Banca Popolare dell’Emilia Romagna BPER, Gianlorenzo Conti, Presidente Ordine degli Architetti della Provincia dell’Aquila.  Progetto promosso da ArtBridge, organizzazione no-profit di arte pubblica con sede a New York, che utilizza le impalcature, le recinzioni e i ponteggi presenti nel tessuto urbano come tele bianche su cui esporre gigantografie di opere di artisti emergenti, Off Site Art è nato grazie all’incontro tra il fondatore di ArtBridge Rodney Durso, la curatrice Veronica Santi e un gruppo di cittadini aquilani, tra cui Camilla Inverardi dello studio di architetti Terrae Mutatae e la ricercatrice del Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell’Informazione e Matematica dell’Università dell’Aquila Antinisca di Marco. Il positivo interesse delle istituzioni e dei privati presenti sul territorio aquilano, tra cui il Comune, gli Uffici per la ricostruzione, L’Università degli Studi dell’Aquila, il Gran Sasso Science Institute, ANCE L’Aquila, la Fondazione Carispaq, la Banca Popolare dell’Emilia Romagna BPER e l’Ordine degli Architetti della Provincia dell’Aquila ha reso possibile “Off Site Art”, primo progetto di ArtBridge realizzato fuori gli Stati Uniti per un’area colpita da un disastro naturale.

 

Tutti uniti dunque in nome dell’arte e in comunione con i valori della Perdonanza, la manifestazione che rievoca l’indulgenza plenaria perpetua che Celestino V, la sera stessa della sua incoronazione a pontefice, concesse a tutti coloro che sinceramente utilizzassero il perdono come strumento di tolleranza: Off Site Art ha scelto questo contesto in cui presentarsi per la prima volta ufficialmente alla città e al mondo dell’arte e della cultura contemporanea, in un momento di riflessione che parte dall’Aquila per L’Aquila. La Perdonanza, che ogni anno si rinnova da quasi mille anni, assume oggi, a cinque anni dal tragico terremoto che ha colpito il centro abruzzese, un ruolo ancora più importante nella sua tradizione e nel suo presente, che è anche il presente italiano. Il messaggio di pace, di indulgenza, di semplicità e trasparenza che un Papa coraggioso come Celestino V diede in quell’occasione ritorna attuale e viene raccolto, come commenta la curatrice Veronica Santi, per questo progetto di arte pubblica: “un messaggio culturale veicolato da installazioni artistiche realizzate in luoghi pubblici non dovrebbe avere filtri o pretese, né essere manovrato dall’alto, da logiche di profitto o di potere; qui, l’emozione dell’arte abita silenziosamente nel cuore di chi la vuole ricevere e cresce se condivisa da una comunità. Con intimità, tolleranza e semplicità. “Off Site Art” è così che si presenta, e credo che tutto questo abbia molto a che fare con i valori che la Perdonanza tramanda. Penso al 1294, alla città in costruzione, alla Basilica di Collemaggio ancora da terminare, a un periodo buio come il medioevo e a un fuoriclasse cui ispirarsi come Papa Celestino”.

Proprio per questo, in occasione della conferenza stampa, il progetto ha annunciato gli artisti e le prime installazioni che in questi giorni stanno rivestendo la pelle dei palazzi, per trasformare il centro storico della città in una grande, temporanea galleria d’arte all’aperto.

In piazza Regina Margherita, alle porte del centro storico, sono già visibili le opere di Federica Peyrolo e Carmen Mitrotta, ospitate nel cantiere dell’impresa Mancini. La prima, nata a Susa, in provincia di Torino il 27 maggio 1989, si è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Torino e ha conseguito il Diplôme National Supérieur d’Expression Plastique (DNSEP) presso L’Ecole Superieure de Beaux Arts di Le Mans. Attualmente espone, vive e lavora tra Francia e Italia. La sua opera per Off Site Art Allacciare le cinture di Sicurezza, viene così raccontata dall’artista: Essere parte di ciò che ci circonda, dei ricordi. Qual è il confine tra il corpo e l’oggetto?”. Carmen Mitrotta, nata a Grottaglie in provincia di Taranto il 4 maggio 1987, vive e lavora a Milano. La sua opera, Death foods for new worlds, propone in un immaginario menù metafisico, cibi in un equilibrato dialogo tra noi e loro, in perenne attesa del nostro sguardo, mentre noi attendiamo il loro disfacimento che, incredibilmente, non ci sarà mai. Di solito esco di casa con il cielo sottobraccio è lo statement di Mitrotta.

Da giovedì 28 agosto, invece, visibili i lavori di Daniele Davitti, Arianna Lodeserto e Antonella Finucci in  Corso Vittorio Emanuele. Nato a Firenze da una famiglia di artisti, Davitti, ha sempre trovato nell’uso di diversi linguaggi la sua identità. La sua opera, intitolata Divertissements di società risponde allo statement: “Una crepa si può aggiustare evidenziandola con una vena dorata. L’oggetto otterrà una bellezza unica e più complessa della banale perfezione”. Antonella Finucci, autrice di Futuro Prossimo, ha 29 anni e un numero indefinito di foto. Ora vive a Roma, dove lavora nella redazione di una rivista, “ma”, racconta, “porta nel cuore L’Aquila, città vissuta intensamente per sette anni, con la quale ha un rapporto privilegiato e alla quale intende rendere omaggio con questo lavoro fotografico”. Arianna Lodeserto si racconta così: “M’interessano i residui urbani in cui la storia ha inciso architetture astratte, residui che compongono quotidianamente forme in divenire”. Il suo intervento The Fuller è parte di una serie intitolata The Passenger (immagini appena quasi mai un secondo).  

Grazie alle adesioni delle imprese di costruzione che stanno abbracciando il progetto, entro la prima metà di settembre saranno visibili altre installazioni in Via Garibaldi e Piazza Palazzo nei cantieri delle imprese Cingoli e Di Vincenzo & Strever. In autunno, toccherà invece a MIC, Covit, Rete Impresa L’Aquila e L’Aquila 2009.

 

Gli artisti emergenti sono stati chiamati a presentare i loro progetti durante la call che si è chiusa il 9 luglio e ha visto la partecipazione di circa 300 operatori di tutte le età, più di 1200 immagini e tanti italiani residenti in Italia o all’estero, ma anche tanti stranieri che vivono nel nostro Paese. Tra questi, la giuria internazionale e d’eccellenza, composta da Ida Panicelli (Direttrice di ArtForum 1988-1992, New York), Cecilia Alemani (Donald R. Mullen, Jr. Curator & Director di High Line Art, New York), Cecilia Guida (Curatore indipendente e Docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti de L’Aquila), Giuseppe Lignano (Fondatore e Presidente di LOT-EK, Napoli e New York), insieme alla curatrice Veronica Santi, hanno selezionato i 19 emergenti che con le proprie opere trasformeranno L’Aquila.

Off Site Art intende favorire il recupero di una concezione della città intesa come opera d’arte, alla stregua di quanto già accade per i centri storici. Un’arte che in questo caso vuole essere segno, seppur effimero, della cultura contemporanea, per una crescita intellettuale ed emotiva dei cittadini, ma anche per un recupero della bellezza del territorio urbano. Una città è un sistema di segni e di spazi che nel tempo hanno perso la capacità di trasmettere idee: Off Site Art e gli artisti emergenti propongono letture parallele.

I nomi dei 19 protagonisti selezionati per questa prima call sono: Dritan Hyska, nato nel 1980 a Korce (Albania), Federica Peyrolo, nata a Susa nel 1989, Iacopo Pasqui, del 1984, residente in Abruzzo, Elena Adamou, originaria di Cipro, 1991, Daniele Davitti, di Firenze, 1987, Edoardo De Falchi, Pietro Del Bianco, 1948 di Marotta, Iolanda Di Bonaventura, aquilana del 1991, Sandro Di Camillo, del 1976, Federica di Carlo, 1984, Marjan Fahimi, Teheran (Iran), 1982, Antonella Finucci, Roma, 29 anni, il duo G&G Gabriella & Giannicola, composto dagli abruzzesi Giannicola De Antoniis e Gabriella Sperandio, Arianna Lodeserto, Carmen Mitrotta di Grottaglie, 1987, Danilo Susi, medico ed artista, Claudia Esposito, romana del 1991, Lucia Uni, di Lecco, Gianni Zanni, di Bari.