Cultura & Società, Giulianova, In rilievo

Giulianova. Terza “fatica” editoriale del Prof. Gianfranco Garosi, “Medici-letterati abruzzesi nella storia della medicina”.

E’ appena uscito il nuovo libro di GIANFRANCO GAROSI, un piccolo capolavoro, come sempre, del nostro caro amico appassionato di storia sanitaria e medica…
MEDICI-LETTERATI ABRUZZESI NELLA STORIA DELLA MEDICINA, questo il titolo di un volume realizzato in copertina rigida, carta avoriata di pregio, rilegatura artigianale, illustrazioni con veline protettive, risguardi e capitelli fine art… insomma un vero libro-gioiello!

Si legge in quarta di copertina:
“In una narrazione piana e avvincente, Gianfranco Garosi ci restituisce, sottolineando gli aspetti diaristici e aneddotici, i percorsi bio-bibliografici di alcuni medici abruzzesi vissuti in epoche lontane. Il libro è un riconoscente tributo nei confronti di quanti al valore professionale seppero associare la passione per le lettere, per la filosofia, perfino, a volte, per le Muse, concorrendo al progresso della scienza nella direzione di un nuovo umanesimo”.

Questa la prefazione a firma dello storico Sandro Galantini:
“Com’è possibile arguire dal suo denso epistolario, ancora nel 1926, cioè due anni prima che la morte lo ghermisse, lo storico Vincenzo Bindi, il più eminente tra gli intellettuali di Giulianova attivi tra Otto e Novecento e tra i maggiori d’Abruzzo, stava attendendo ad uno studio di ampio respiro sui medici-letterati della sua regione. Un argomento senz’altro intrigante e, allora, poco o punto investigato almeno alle latitudini abruzzesi, per quanto fosse ben nota la fascinazione
verso le lettere da parte di chi era avvezzo all’ars medica. «La coltura delle Lettere – sosteneva d’altronde Giovanni- Antonio Danelli nel 1844 – non soltanto sviluppa lo spirito del medico, ma gli dà più di destrezza». In ogni caso «tra medicina e letteratura corse sempre amicizia», come affermava senza indugio alcuno il conte Carlo Alberto Pisani Dossi, diplomatico di vaglia ma soprattutto scrittore acuto e non convenzionale, nella sua opera Ritratti umani dal calamajo di un mèdico pubblicata nel 1874. Rimasto incompiuto, il manoscritto del Bindi con le sue schede per gran parte solo abbozzate, è stato sottratto dal cubo d’ombra in cui era dirupato ed esaminato con attenzione da Gianfranco Garosi, già primario di ortopedia e da tempo ricercatore di storia della medicina. Nasce così, in un atto di riverenza nei confronti del Bindi non rimasto però mera laudatio, il primo atto d’impulso che ha poi, mercé indagini ostinatamente meticolose, dato origine a questo Medici-letterati abruzzesi nella storia della medicina. Un volume, al tempo stesso colto e divulgativo, che restituisce, in maniera né casuale né episodica, non soltanto i percorsi biografici ma anche gli aspetti per così dire «minori», quasi diaristici e aneddotici, dei trentanove medici abruzzesi – da Domenico Abbate a Tito Livio De Sanctis – che dall’XI secolo agli ultimi anni dell’Ottocento non vollero sottrarsi al fascino delle humanae litterae. Oggetto privilegiato d’indagine, insomma, è quella sorta di «territorio» situato al confine tra scienza e letteratura che, tra l’altro, richiama la storia culturale di un Abruzzo permeabile alle coevi correnti di pensiero e non sordo alle istanze più scaltrite, essendo davvero nutrita la serie di protagonisti dell’ars medica i quali, tesaurizzando la lezione ciceroniana (Omnes artes, quae ad humanitatem pertinent, habent quoddam commune vinculum et quasi cognazione quadam inter se continentur), dimostrarono come tra i saperi non esistessero alte e invalicabili barriere bensì ampie e proficue interrelazioni. Anche per questo Garosi, che dal 2008 ha firmato per Ricerche&Redazioni tre densi ed apprezzati volumi sulle vicende – per gran parte ignorate – dell’ospedale di Giulianova dall’età medioevale ai giorni nostri sempre procedendo in parallelo con l’evoluzione delle tecniche d’intervento medico-chirurgiche, può essere considerato, et pour cause, non solo uno dei più sensibili e attenti studiosi abruzzesi di storia della medicina, ma anche tra gli epigoni di una tradizione culturale che, tutta percorsa da una forte tensione morale, per nostra fortuna sembra ancora emanciparsi dagli algidi territori signoreggiati da saperi sempre più specialistici e settoriali. E difatti, come sembra suggerire l’Autore stesso nelle sue espressioni simpaticamente corrosive che sono peraltro la cifra caratterizzante di un dettato limpido che meditatamente nulla vuol concedere ad inutili preziosità erudite, lo sviluppo della scienza e della tecnologia potrebbe essere una manchevole tela senza guardare all’uomo nella sua globalità di essere vivente. La stimolante indagine di Gianfranco Garosi, quindi, è senz’altro una sorta di Pantheon consacrato al genio, al talento ed al valore di quella pleiade di abruzzesi, noti o del tutto sconosciuti, che alla valentia professionale in campo medico unirono la passione per le Muse. Ma è anche, direi, un riconoscente tributo nei confronti di quanti, nati all’ombra del Gran Sasso o della Maiella, concorsero alla crescita del sapere in direzione di un nuovo umanesimo, non rinunciando comunque all’apporto della loro ricchezza più intima: l’umanità”.

L’Autore
Gianfranco Garosi (Siena, 1930), Medico Ortopedico, ha svolto prevalentemente l’attività professionale presso l’Ospedale di Giulianova come Primario del Reparto di Ortopedia. Per Ricerche&Redazioni ha scritto Storia dell’Ospedale di Giulianova, 2008, L’Ospedale di San Flaviano. La medicina e la chirurgia di quei secoli bui, 2009, L’Ospedale di San Rocco nella Storia della Medicina (1500-1800), 2012

GIANFRANCO GAROSI
MEDICI-LETTERATI ABRUZZESI NELLA STORIA DELLA MEDICINA
Teramo, Ricerche&Redazioni, 2014
ISBN 978-88-88925-70-7

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