Cultura & Società

AL CAFFE’ LETTERARIO SAN BENEDETTO DEL TRONTO presso il Caffè Florian il 19 Luglio 2014 alle ore 20.30 è in programma il Convegno IL RICONOSCIMENTO DELLA PITTURA: esercizio di libertà

 

Conduce il Direttore Artistico  Dott. Antonio Lera (Scrittore e Psicoterapeuta)

con ospiti di riguardo come in locandina.

La vocazione o chiamata ad essere Pittore comincia dall’esplorazione del mondo della parola a partire dalla lettura dei classici per tentare l’avventura artistica che può in taluni casi concludersi nella professionalità in cui il pittore apre una breccia esistenziale attraverso cui tracciare percorsi originali per colore e forma che consentiranno a tutti e non solo a pochi IL RICONOSCIMENTO DELLA PITTURA.

Ogni pittore che si rispetti si adopera per “agire” l’autenticità del tratto e non può dunque prescindere dal ricercare e conseguire la sua natura propria attraverso l’armonia, il ritmo e le immagini più nobili.

Facebook fa parte delle nuove piazze dove incontrarsi e condividere strumenti e possibilità conoscitive e ri-conoscitive ed il Caffè Letterario rappresenta il luogo delle emozioni riconoscibile ed aperto a tutti coloro che non vogliono abbandonare la ricerca identitaria sopraffatti dal delirio e dal carico esistenziale che inevitabilmente conduce alla sofferenza passiva ed inutile.

L’importanza della pittura si percepisce a partire dalla sua assenza. Viviamo dunque un’epoca di scarsa pittura e con innumerevoli aspiranti artisti che contribuiscono con le loro opere a rafforzare un mondo piatto, grigio, senza speranza. Parlando della nostra generazione, il dibattito diviene dunque “pittura vs non-pittura” ovvero la contesa tra buona e cattiva arte, distinzione che non sembra appartenere solo al passato.

Giorni fatti di necessità operative apparentemente utili ma evitabili e rinunciabili se non fosse per il carattere dell’incombenza che assorbe la società nell’immediato ed infinito turbamento esistenziale.

Nella mia attività, puramente volontaristica, di curatore di mostre e di critico “osservazionale”, ho sempre considerato le opere pittoriche ed i pittori contemporanei come autentici eroi votati alla ricerca e talora alla sfida artistica attraverso aperture di limiti spazio-temporali, assai difficili verso un valore artisticoattribuibile ad ogni forma d’arte che presenti legami autentici con un progettualità artistica.

Per quanto riguardo i Pittori che hanno ottenuto un’identificazione artistica, è nostro dovere credere alla loro opera, che oltrepassa le questioni modali e temporali, che non attiene al solo mero intrattenimento che va al di fuori di tutto e di tutti! La loro pittura apre un dibattito sull’altrove, sulla rassicurazione dell’arte che contemporaneamente apre al gusto della sorpresa e dello stupore artistico ed in tal senso diviene dominio dell’universalità che attiene al riconoscimento della Pittura.

Il linguaggio pittorico è linguaggio sensoriale. Dipingere è abuso di gesti ripetitivi in una custodia concettuale che cerca arditamente le intelligenza emotive più che il consenso generalistico dei più.  Il regno del colore e della forma ospita dunque contemporaneamente l’illusione e l’astrazione della realtà in uno spazio naturale-innaturale che coesiste negli arabeschi fenomenico-emozionali.

La Pittura, come la Poesia è dunque Oasi Esistenziale offerta all’uomo che vi accede solo se in possesso delle chiavi giuste: esercizio di libertà, sensibilità, bellezza interiore, espressività generosa ed altruistica, capacità di tollerare la sofferenza e la fatica quotidiana legata all’impegno professionale artistico.

Tale esercizio di libertà trova valore in quanto opportunità pedagogica e formativa che vaoltre l’idea corrente che la pittura sia “lingua morta”, nell’atto d’inventare, produrre, comporre: “generare e rigenerare”.

Un Valore quello della pittura che trova corpo a partire dalla registrazione di processi di mutazione formale tesi a forzare la specificità proprie del materiale e fa in modo che qualcosa venga suscitato dal nulla, in un’ottica di pre-esistenzialità.

La pittura non è invenzione fortuita ed il dibattito che apriamo sul senso della pittura oggi, non è il primo e nemmeno l’ultimo naturalmente sul significato dell’uso di questo mezzo artistico superbo raccoglitore d’esperienze, sulla sua necessità che si lega forse allo stupore davanti al “riconoscimento del mondo”, all’ansia del primo passo dei sentimenti, alla tensione dell’approfondimento creativo-emotivo che permette di incontrare la realtà e di consentirne un’elaborazione attraverso la ricerca attiva e personale.

Questi alcuni degli spunti che voglio suggerire al Caffè Letterario al Florian che vedrà illustri ed importanti personaggi confrontarsi su il riconoscimento della pittura: esercizio di libertà.

In realta’, voglio aprire un discorso mai chiuso, sulla dignita’ della pittura in un dialogo, una forma aperta all’aroma del caffè letterario che cerchi di disegnare tracce ed evidenze su quello che è fare pittura oggi.

Non voglio per la Pittura, solo suggestioni che corrano in pensieri di “rinascita” ma approfondimenti circa le sue trasformazioni e sarà assai interessante condurre tale riflessione in forma aperta, a partire da Facebook, proponendo questa disamina iniziale sottesa da una serie di domande sulle quali spingersi: Che cos’è la pittura oggi? Esiste un Gap irrimediabile tra la Pittura del passato e quella contemporanea? Quanti oggi usano la pittura come linguaggio universale? Quali sono gli strumenti e le qualità che consentono di operare il Riconoscimento della Pittura?

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