Teramo. PROVINCIA DI TERAMO NUOVO PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE.

 

Dove sono finite la condivisione e la partecipazione, e che fine ha fatto la mobilità, in particolare quella ciclabile?
L’annuncio, dato troppo a ridosso delle scadenze elettorali, dopo 5 anni di mancanza di azioni incisive in campo urbanistico, territoriale e sui temi della mobilità, ha il sapore amaro della propaganda politica.
Dispiace dirlo ma l’annuncio dell’adozione di una variante al Piano Territoriale Provinciale, dato dalla Provincia di Teramo nell’imminenza del commissariamento dell’Ente e della decadenza dei suoi organismi politici e in piena campagna elettorale per il rinnovo di consiglio regionale, consigli comunali ed elezioni europee, non convince.
Non convince la mancanza di condivisione di scelte rese note solo nell’imminenza dell’adozione dello strumento di pianificazione di area vasta, né convince la totale mancanza di azioni e strategie per la mobilità sostenibile e, in particolare, per quella ciclistica.
Eppure è vigente, nella Regione Abruzzo, una norma, la LR 8/2013, che testualmente recita:

Art. 4
(Piani di Province e Comuni)

1. Le Province redigono piani strategici per la mobilità ciclistica, tenuto conto del Piano regionale della mobilità ciclistica, ove vigente. I piani provinciali programmano gli interventi a livello sovracomunale, sono approvati con le stesse procedure del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e fanno parte integran te di quest’ultimo.

2. I piani provinciali individuano la rete ciclabile e ciclopedonale quale elemento integrante della rete di livello regionale,prevedendo la connessione dei grandi attrattori di traffico, qual i i centri scolastici, i centri commerciali, i distretti e le zone industriali ed il sistema della mobilità pubblica.

3. Gli obiettivi strategici per la ciclomobilità extraurbana sono quelli indicati all’articolo 2, comma 3.

 

 

Art. 7
(Disposizioni particolari per le province)

1. Per la realizzazione, gestione e implementazione del piano strategico per la mobilità ciclistica provinciale, la Provincia:

a) redige e aggiorna il Sistema Informativo Territori ale (SIT) della rete ciclabile provinciale, classificando le piste per tipologia e qualità. Il SIT è, nelle sue indicazioni principali, reso accessibile a mezzo internet;

b) progetta e mantiene opere e segnaletica della rete ciclabile di competenza provinciale;

c) promuove l’uso della bicicletta presso i cittadini e favorisce lo sviluppo di servizi alla ciclabilità.

 

 

 

Quale migliore occasione, quindi, se non quella della rivisitazione del Piano Territoriale Provinciale, per applicare gli obblighi di una legge ormai vigente da un anno? Oppure sono argomenti che la Provincia non ritiene strategici e importanti? Come si inseriscono le politiche territoriali con l’esigenza di uno sviluppo di una mobilità sostenibile e l’incremento del turismo in bicicletta, anche alla luce dei recenti finanziamenti del progetto Bike to coast e del sistema di bike sharing regionale? Le esigenze di tutela ambientale non passano forse attraverso la pianificazione degli spostamenti dei cittadini in ambito urbano ed extraurbano? Ci si è dimenticati delle previsioni del Piano d’Area della media e bassa valle del Tordino, strumento attuativo del PTCP approvato dalla Provincia stessa, che avrebbe dovuto essere un modello da replicare su tutto il territorio provinciale? Troppe sono le domanda a cui questa frettolosa variante non fornisce una risposta; sarebbe quindi, opportuno se non indispensabile, rimandare il tutto a dopo le elezioni, considerato anche il  fatto che la Provincia avrà un nuovo assetto amministrativo, concertanto e condividendo scelte e strategie con tutti gli attori del territorio. Altrimenti il sospetto dello “spot” di fine mandato sarebbe più che legittimo.

CiclAT – Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano