Teramo e Provincia

Teramo. Decreto legge 66/2014: ancora tagli alle Province


Teramo con un altro milione in meno. “Prevista la riduzione fino al 30% di servizi come il riscaldamento nelle scuole” dichiara Catarra

Con i nuovi tagli  le Province rischiano il dissesto e certamente si compromette anche l’avvio della riforma Delrio. Questa l’idea dell’Unione Province Italiane che ha chiesto un incontro urgente al Ministro dell’Economia, Padoan e ai sottosegretari Legnini e Baretta dopo l’approvazione del Decreto legge 66/2014 (in attesa di essere convertito in legge) che taglia ancora fondi alle Province.

 

La Provincia di Teramo avrà un milione di euro in meno ( che si sommano ai 13 milioni e 200 mila euro che sono venuti meno negli ultimi due anni: 8 milioni e 400 mila euro di tagli ai trasferimenti e 4 milioni e 800 mila euro di addizionale Irpef che ora viene incassata dallo Stato) e il taglio non riguarda la spesa  ma i servizi. “A questo punto – dichiara il presidente Catarra –  il problema non è cosa fare delle Province ma chi e con quali risorse provvederà alle funzioni primarie ad esse assegnate”.

 

 

I conti dell’UPI:

I tagli a carico delle Province per l’anno 2014, ammontano ora a 1.644 milioni.

Si tratta di un carico spropositato e insostenibile per le Province. Secondo i dati della Conferenza Permanente per il Coordinamento della Finanza pubblica dal 2009 al 2013 le manovre finanziarie hanno inciso sulla spesa primaria delle province per il 27%, pur essendo le Province solo l’1,4% della spesa pubblica complessiva.

Il decreto legge n. 66/14 prevede una manovra complessiva di 2,1 miliardi di cui 700  milioni a carico delle amministrazioni centrali, e 1,4 miliardi a carico del comparto regioni ed enti locali. L’iniquità della ripartizione è evidente se si confronta la spesa primaria delle amministrazioni centrali (esclusa previdenza) pari a 172 miliardi (anno 2012) e quella delle autonomie territoriali e locali (esclusa sanità) pari a 101 miliardi. Solo adottando questo criterio una manovra equa avrebbe dovuto gravare sullo Stato per il 63% (pari a 1,3 miliardi) e altri 800 milioni per regioni ed enti locali.

 “Il taglio avrà un impatto diretto sull’erogazione dei servizi, già fortemente compromessa dalla riduzione di 1,2 miliardi stabilita con le manovre precedenti, le quali, come attestato dalla Conferenza Permanente per  la finanza pubblica, hanno ridotto del 27% la spesa primaria delle Province–afferma Catarra  che aggiunge – si tratta di misure del tutto insostenibili perché non si tratta di  una riduzione dei trasferimenti erariali alle Province, che già da due anni praticamente non esistono più, ma del versamento all’erario di tributi propri provinciali. Avevamo concentrato le poche risorse sulla manutenzione ordinaria delle strade provinciali e sulle scuole ma per chiudere in pareggio dovremo togliere anche questi capitoli. Solo della gestione calore, spesa che per la stragrande parte riguarda le scuole, è previsto un taglio del 30%. Quali scuole dovremmo far rimanere al freddo?”.

 

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