Lettere

Lettera di Davide Rosci.

Dinanzi alla mia candidatura molti puritani avranno storto il naso chiedendosi i motivi per i quali un partito abbia scelto di designarmi ed io mi rendo perfettamente conto dei dubbi di queste persone, è palese che la mia sia una figura scomoda.

Non cerco di convincere costoro sulla bontà della mia corsa alle elezioni regionali in quanto, molto probabilmente, saranno gli stessi che sceglieranno tra le due compagini di centrodestra abruzzese guidate da Chiodi e D’Alfonso, quindi, li blocco subito dicendo di non allarmarsi perché, a chi come loro continua a legittimare certe politiche, io il voto  non lo chiederò mai.

L’elettorato a cui io mi rivolgo è diverso ed è formato da quella parte della popolazione abruzzese che vive ai margini della società e della quale faccio parte poiché vivono come me alle case popolari, sanno cosa significhi alzarsi alle sei di mattina per andare a lavorare in officina, studiare e lavorare perché non hai una famiglia ricca che può pagarti gli studi all’università, avere un famigliare non autosufficiente e fare l’impossibile per arrivare a fine mese con il proprio salario sottopagato.

Come politicanti non esiteranno un solo istante per raccontarvi la storiella di essere dalla vostra parte, ma è bene sapere che è meglio diffidare da chi è nato con il culo parato e chi i calli sulle mani non sa cosa siano.

Io non mi presento come paladino degli ultimi, ma posso dire ad alta voce che la mia estrazione sociale è quella e che per loro voglio combattere.

Non sono neanche un politico navigato, anzi, ma ho dietro di me persone competenti e capaci come Maurizio Acerbo e qualora il vento resistente mi porterà all’emiciclo di L’Aquila mi impegnerò per le battaglie che da sempre Rifondazione Comunista porta avanti come quella di introdurre un salario minimo garantito.

La mia idea è quella di finanziare questa misura attraverso i proventi che deriveranno dai risparmi dovuti all’obbligo di istituire un tetto agli stipendi di tutti i dipendenti pubblici, in primis i politici e dirigenti, pari 36.000 euro l’anno, perché con 3.000 euro al mese ci vivi più che dignitosamente.

I precari avranno così maggiori tutele e affiancando pacchetti di servizi gratuiti o agevolazioni potranno campare.

In tutte le case vediamo quanto sia difficile sostenere le spese correnti e pertanto impegnarsi per armonizzare l’imposizione fiscale regionale, così come quella locale, sulla base dell’Isee porterà la regione Abruzzo a rispettare l’art.53 della costituzione.

Penso che introdurre una legge regionale che faccia pagare multe più salate a chi ha redditi più alti così come imporre il pagamento dei pedaggi e dei posteggi orari in base alla cilindrata dei veicoli sia giusto e necessario.

Chi ha un Suv o una macchina sportiva lo si deve incentivare a circolare con auto che rispettino l’ambiente.

Bisogna, inoltre, guardare a chi paga la crisi e per farlo risulterebbe efficace garantire un fondo regionale da destinare alle famiglie meno abbienti per contribuire al pagamento delle bollette di luce e gas, daremo ossigeno a quei nuclei che troppo spesso si rivolgono agli istituti di credito, strozzini legalizzati, per far  quadrare i conti.

Uno dei problemi più grande attualmente è quello della casa e soffrono in particolar modo le giovani coppie. Creare un garante regionale sugli affitti volto a calmierare i prezzi, incentivare l’edilizia popolare, favorire il riuso di spazi pubblici abbandonati contribuirà e non poco a dare un tetto a tutti.

Per quanto riguarda l’occupazione vediamo che fondi regionali vengono impiegati per le sole imprese, abbiamo potuto notare come il numero degli occupati sia notevolmente diminuito.

Individuare finanziamenti europei da destinare alla sviluppo di cooperative è un modo per rilanciare non solo l’occupazione ma anche l’economia perché attraverso le cooperative è interesse perseguire non le logiche di profitto ma l’interesse della collettività.

Altro aspetto che ritengo di vitale importanza è legato al settore primario dell’agricoltura, dell’allevamento  e della pesca. Stiamo lasciando incolta la terra d’Abruzzo abbagliati da occupazioni più dignitose nell’industria e nel terziario. Tornare alla vocazione agricola dell’Abruzzo dando in comodato le terre lasciate all’abbandono è un modo per incrementare l’occupazione. Stimolare il settore con finanziamenti a fondo perduto e la condivisione di mezzi agricoli è un obbiettivo a portata di mano.

Il settore dell’industria, che in Abruzzo vede la morte di interi distretti, paga a caro prezzo le logiche della globalizzazione. Imprenditori senza scrupoli, e non parlo di quelli che valorizzano il capitale umano, spinti dalle logiche del guadagno a tutti i costi stanno delocalizzando le proprie attività nei paesi privi di tutele sindacali e quindi dove il costo del lavoro è inferiore.

Difficilmente con leggi regionali potremmo invertire la rotta, ma la presenza di comunisti sarà di sicuro un’arma in più per gli operai. Dare una sponda politica alle lotte dei lavoratori risulterebbe un ottimo strumento contro il capitalismo e le politiche neoliberiste.

Con questa mia prima riflessione proverò, negli ultimi giorni di campagna elettorale, a presentare le mie idee politiche visto che i miei oppositori politici, che per assurdo sono certi giornalisti, stanno accostando la mia candidatura in maniera meschina e del tutto gratuita a fatti di cronaca dei quali sono completamente estraneo.

Distinti saluti.

Davide Rosci

 

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