Quella chiesa merita di più della distruzione – Luca Nannipieri

Su Il Resto del Carlino, edizione marchigiana, il saggista Luca Nannipieri e l’artista Giuseppe Papagni chiedono al Ministero dei Beni Culturali e del Turismo e al Comune tenutario un piano di recupero della straordinaria ex Chiesa di San Francesco a Fano, con il soffitto crollato e le tombe malatestiane (una delle quali disegnata forse da Leon Battista Alberti) occupate dai piccioni, e una concessione d’utilizzo dello spazio agli enti culturali e alle associazioni del territorio affinché quell’ambiente diventi luogo di vita condivisa e associata. In allegato, le foto e l’articolo sul Resto del Carlino. 

<<Almeno i piccioni possono godersi la straordinaria ex chiesa di San Francesco a Fano. A noi cittadini è concesso solo sostare davanti alla cancellata d’entrata, quasi sempre chiusa, mentre ai piccioni è permesso un ben più libertino comportamento: possono volare nella chiesa, nidificare tra le colonne e le curvature degli altari, possono tinteggiare con i loro liquami le tombe malatestiane, contenute nel portico, anche sulla tomba di Pandolfo III disegnata forse da Leon Battista Alberti. Mentre a Firenze, a ridosso della chiesa di Santa Maria Novella, progettata nella facciata proprio dall’Alberti, non è possibile per nessun turista mangiare un panino per paura delle briciole, qui a Fano, sulla tomba attribuita all’Alberti e sull’altra dove giace Paola Bianca Malatesta, non si va tanto per il sottile e i piccioni possono covare, riprodursi e defecare sulla lapide sepolcrale.

Tanti edifici che furono di culto, siano essi stati basiliche, monasteri, badie, certose, eremi, non hanno vinto la lotta della rigenerazione e giacciono come rovine. Mentre infatti l’abbazia di Montecassino, dove con San Benedetto nacque l’Europa, fu distrutta e ricostruita molte volte, vi sono tanti edifici religiosi che invece sono diventati macerie e luoghi in lento disfacimento: si pensi alla nota abbazia cistercense di San Galgano vicino Siena o all’abbazia di Whitby nella città di North Yortshire, o a quella di Melrose o di Rievaulx o alle altre centinaia di monasteri che sono stati centri attivi, laboriosi e importanti nei secoli lontani e poi sono stati distrutti o depredati.

Anche l’ex Chiesa di San Francesco a Fano sta subendo lo stesso destino? Essere cioè un luogo in progressiva decadenza, con i rampicanti che avvolgono pian piano le colonne e le pareti e i pennuti che lo abitano al posto degli uomini? E’ questo ciò che vogliamo di questa chiesa? Che venga distrutta dal tempo e dalla nostra ignavia?

Noi chiediamo fermamente che sia posta con urgenza all’attenzione del Ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini una richiesta di restauro del monumento nel suo complesso, con un tetto a vetro che, salvaguardando le condizioni di statica e di scarico dei pesi, preservi la chiesa da ulteriori fisiologici danneggiamenti.

Ma anche a restauro avvenuto, non è finito il nostro dovere. La copertura del tetto e la preservazione delle tombe malatestiane del portico infatti non assicurano che quel luogo sia vivo.

Per questo chiediamo che la chiesa diventi sempre più un luogo di aggregazione della cittadinanza, e venga data alle associazioni e agli enti culturali del territorio per le loro attività pubbliche. Solo così un edificio in rovina non diventa solo il palcoscenico di qualche fuggevole evento estivo, come lo è oggi, ma un motore continuo di comunità e di conoscenza, attivo tutto l’anno.

Ben più degli escrementi dei piccioni, l’ex chiesa di San Francesco merita la nostra attenzione e il nostro amore di cittadini>>.

 

 

Cristina Teodora