PROSTITUZIONE MINORILE, BRAMBILLA: “PER COMBATTERLA, PIU’ CAMPAGNE INFORMATIVE NELLE SCUOLE E SUI MASS MEDIA”

“La diffusione della prostituzione minorile – l’ultimo caso eclatante
registrato dalle cronache, a Ventimiglia, risale alla scorsa settimana –
richiede una risposta forte: innanzitutto occorre intensificare le campagne
informative sui mass media e nelle scuole, per sensibilizzare i ragazzi
sul pericolo rappresentato dalle sostanze d’abuso, educarli ad un rapporto
sano tra affettività e sessualità, insegnare loro ad usare
correttamente le tecnologie digitali”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria
Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l’infanzia e
l’adolescenza, dopo la seduta odierna, dedicata all’audizione, nell’ambito
dell’indagine sulla prostituzione minorile, del presidente del
Tribunale dei minorenni di Roma, Melita Cavallo.
La presidente Cavallo, analizzando gli sviluppi più recenti di un fenomeno
di per sé non nuovo come la prostituzione minorile, ha posto l’accento
specialmente sui modelli negativi (edonismo, facili guadagni e rapidi
successi) proposti oggi dai mass media ai giovani, che vivono una fase
delicata
della propria esistenza e tendono fatalmente all’emulazione. Questi fattori
culturali contribuiscono all’aumento della sofferenze e del disagio
giovanile, che – se non affrontati per tempo – tendono ad aggravarsi e
possono prendere una piega pericolosa. Una novità positiva rispetto al
passato è l’aumento delle segnalazioni di casi che coinvolgono minori da
parte degli ospedali, mentre relativamente basso è il numero di
segnalazioni proveniente dalle scuole. Proprio dalle scuole, secondo la
dottoressa Cavallo, occorre ripartire per rendere i giovani consapevoli di
una
serie di rischi moltiplicatisi negli ultimi anni grazie alle opportunità
offerte dalle nuove tecnologie e dal prevalere di modelli culturali che
tendono a separare sessualità ed affettività.
“Di qui l’esigenza,” conclude l’on. Brambilla, “di avviare – sia a livello
nazionale che regionale – efficaci campagne informative
destinate ai più giovani, perché quella contro la prostituzione minorile è
soprattutto una battaglia culturale”.