Italia

INFANZIA, AUDIZIONE CENSIS, QUANDO “UN PASTO ADEGUATO ALMENO OGNI DUE GIORNI” DIVENTA UN PROBLEMA. L’ON. BRAMBILLA, “DATI DRAMMATICI, CAMBIARE POLITICA”.

Nelle famiglie italiane “economicamente deprivate” (il 14,5
per cento del totale) con tre o più minori, il 30,1 per cento degli
individui “non
riesce a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni”, il 31,5 “non
riesce a
riscaldare adeguatamente l’abitazione”, il 32 per cento
“ha arretrati per mutuo, affitto, bollette o altri debiti”, il 56,4 per
cento “non riesce a sostenere spese impreviste di 800 euro”, il 63,2 per
cento “non
può permettersi, in un anno, una settimana di ferie lontano da casa”. Sono
indicatori di “severa deprivazione”, relativi all’anno 2012, citati da
Concetta
Vaccaro, responsabile welfare e salute
del Censis, durante l’audizione di oggi davanti alla commissione bicamerale
per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito dell’indagine sulla povertà
minorile.
“Dati drammatici – commenta la presidente della commissione, on. Michela
Vittoria
Brambilla – che in qualsiasi altro Paese avrebbero prodotto una risposta in
termini di governo. Qui denunce ed appelli per aumentare (e non tagliare) le
risorse destinate al sociale cadono nel vuoto. Così si ruba futuro al
Paese”.

Per il 2012, ricorda la ricercatrice, la linea di povertà
relativa si attesta sui 999,88 euro di spesa mensile a persona: sotto di
essa
si trovano 3 milioni 232 mila famiglie, cioè 9 milioni 563 mila persone (il
15,8 per cento). In condizioni di povertà assoluta versano invece oltre 4,8
milioni di individui. Ma le famiglie con minori sono più coinvolte e lo
sono di
più al sud. La povertà e il contesto sociale ovviamente riducono le
opportunità. E alimentano fenomeni di segno opposto ma egualmente
allarmanti:
il lavoro minorile e l’incremento dei cosiddetti NEET (ragazzi non iscritti
a
scuola, non in formazione né al lavoro). I minori di 16 anni che lavorano,
nel
2013, in Italia, sono stimati in circa 260 mila, cioè il 5,2 per cento della
popolazione in età. D’altra parte, nel 2012, i
giovani tra i 15 e i 29 anni che risultano fuori dal circuito formativo
e lavorativo sono 2 milioni e 250 mila, cioè il 23,9 per cento del totale.

“Sono dati – commenta l’on. Brambilla – che dovrebbero far riflettere e
suscitare in chi
governa un forte allarme e una risposta immediata ed energica. Negli ultimi
mesi, invece, mentre peggioravano visibilmente tutti gli indicatori della
crisi, e nonostante tutti gli allarmi, le denunce e gli appelli provenienti
da
questa commissione, l’esecutivo è riuscito addirittura a ridurre i fondi
destinati alla tutela della famiglia e dei minori. Continuare su questa
strada
non solo vuol dire negare a centinaia di migliaia di giovanissimi le
possibilità cui hanno diritto, ma, letteralmente, rubare futuro al Paese.
Occorre
cambiare politica. Se è vero, come sostengono alcuni analisti, che l’Italia
ha
già speso 3,4 miliardi di euro per gli aerei militari F35 e che ogni aereo
costerà, alla fine, 135 milioni credo che qualche domanda su quali siano le
nostre priorità dobbiamo porcela”.

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