La Federazione Provinciale di Sel esprime sconcerto dinanzi alla notizia, pubblicata su “Il Centro” del 20.01.2014, pagina locale di Chieti

, nell’ambito della quale si dà conto della decisione
dell’assessore regionale Paolo Gatti di chiudere l’associazione
CIAPI
formazione Abruzzo. La decisione sarebbe dovuta ai copiosi debiti
accumulati dall’associazione nel corso degli ultimi anni e
giustificata dall’assessore sulla circostanza che, come
amministratore, egli deve rendere conto di tali debiti a
unmilionetrecentomila abruzzesi.

Dimentica l’assessore che il dissesto del Ciapi (di cui la Regione è
socio al 98%) è dovuto soprattutto alla decisione assunta
dall’amministrazione regionale, ormai già da qualche anno, di
sopprimere la corresponsione della quota associativa: quota che era
necessaria – come da previsione statutaria – a coprire gli oneri di
gestione dell’ente di formazione. Proprio in virtù di tale
soppressione, il Ciapi non ha percepito dalla Regione gli importi
necessari per il suo funzionamento e per il pagamento di tutti i
soggetti che, a vario titolo, hanno maturato crediti per l’attività
lavorativa svolta in favore dell’ente. Ebbene, se tali quote
associative annuali fossero state corrisposte, come doveroso, dal
socio Regione, l’associazione avrebbe, invece, potuto pagare, non solo
i quaranta dipendenti in cassa integrazione citati da Gatti
nell’intervista, ma anche tutti i docenti (da Gatti del tutto
ignorati) che, nel corso degli anni, hanno prestato la loro opera
professionale senza aver ricevuto ancora i relativi compensi.

Farebbe bene, allora, l’assessore Gatti a ricordarsi di rendere conto
– oltre che al milionetrecentomila abruzzesi genericamente menzionati
– anche e soprattutto a quegli abruzzesi che hanno maturato i citati
crediti di lavoro nei confronti del Ciapi (e, dunque, in definitiva
della Regione, che del Ciapi costituisce di fatto il socio unico);
crediti che il Ciapi non è riuscito e non riesce tuttora a soddisfare,
proprio a causa del venir meno della maggiore e quasi unica entrata
prevista dallo Statuto.

È doveroso, a questo punto, chiedere all’assessore Gatti,
innanzitutto, perché intenda chiudere un ente di formazione pubblico,
che ha costituito fino a pochi anni or sono un fiore all’occhiello per
tutta la formazione del centro-sud Italia, anziché tentare di
riqualificarlo; in secondo luogo, se ciò non si tradurrà in un
vantaggio per gli istituti di formazione privati; e, infine, se
davvero ritenga accettabile, politicamente e moralmente, di poterne
far cessare l’attività senza aver prima onorato tutti debiti che, in
definitiva, sono debiti della Regione.

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’ – FEDERAZIONE PROVINCIALE TERAMO