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Italia. ADOZIONI INTERNAZIONALI, BRAMBILLA: “IL GOVERNO PRESTI MAGGIORE ATTENZIONE”

Il governo dovrebbe prestare “maggiore attenzione” ai problemi posti dal
pesante calo delle adozioni, in particolare quelle internazionali, con
provvedimenti volti a sostenere concretamente le famiglie che aspirano a
questa forma di genitorialità. Lo ha detto l’on. Michela Vittoria
Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l’infanzia e
l’adolescenza, al termine dell’audizione informale di Daniela Bacchetta,
già vicepresidente della Commissione adozioni internazionali, e dei
rappresentanti delle associazioni Ai.Bi. e CIFA Onlus. L’on. Brambilla ha
anche
auspicato che sia presto nominato il nuovo vicepresidente della CAI.

Punto di partenza per la riflessione sulle adozioni internazionali sono
stati i dati relativi al 2013 recentemente pubblicati dalla CAI, che
evidenziano, rispetto all’anno precedente, un calo del 9,1 per cento del
numero di minori adottati e del 7,2 per cento delle coppie adottive. La
flessione, secondo l’ex vicepresidente della CAI, è dovuta principalmente
al rallentamento dell’attività in alcuni paesi (come Colombia, Brasile
ed Ucraina) e ad un quadro generale in cui, seguendo le disposizioni della
convenzione dell’Aia, gli Stati tendono a privilegiare le adozioni in
ambito nazionale, mentre migliorano gli standard del welfare anche in Paesi
meno avanzati e si diffondono e perfezionano le tecniche di fecondazione
artificiale. Le coppie italiane si stanno adeguando alle tendenze più
recenti, accogliendo bambini in età scolare (la media è oggi di circa 6
anni)
e bambini con “esigenze speciali”.

Diverso l’approccio delle associazioni audite, che pensano soprattutto ai
“rimedi”. Il presidente di Ai.Bi., Marco Griffini, punta l’indice
contro la burocrazia e i costi elevati delle adozioni “che scoraggiano le
famiglie” e propone una “cura radicale”: la riduzione del numero
attuale degli enti autorizzati da 66 a 20, per garantire un adeguato
controllo sulla loro attività anche attraverso l’applicazione di più
stringenti requisiti, e l’introduzione di una tabella di costi/paese
uniformi. Inoltre, il passaggio “dalla cultura della selezione delle
coppie a
quella dell’accompagnamento”. In base a questa “rivoluzione copernicana” il
procedimento per l’adozione dovrebbe essere completamente
amministrativo, senza coinvolgimento dei Tribunali dei minori, lasciando
agli enti autorizzati il compito di preparare, guidare e seguire le coppie
adottive giudicate idonee dai servizi sociali.

“Le sollecitazioni di Ai.Bi. interpretano la richiesta di aiuto che si
leva da tempo nel settore”, commenta l’on Michela Vittoria
Brambilla.
“Operatori e famiglie che si rivolgono alla commissione per rendere
più semplice e veloce, oltre che meno costoso, il percorso adottivo.
Ritengo che
larga parte del cambiamento debba passare attraverso una modifica di
livello normativo, pertanto ho riunito i vari punti in una articolata
proposta di
legge che mi auguro possa presto essere esaminata dal Parlamento”.

Infine, da CIFA onlus è arrivato il suggerimento di considerare come
adottanti, diversamente da quanto oggi dispone la legge, anche i single e
le
coppie delle stesso sesso, allo scopo di integrare la disponibilità delle
coppie italiane, sempre più ridotta a causa di molti fattori (non ultima
la crisi economica).

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