BARTOLOMEO PIETROMARCHI E BEATRICE BULGARI: L’APPELLO ALLE ISTITUZIONI PER SALVARE l’ARTE CONTEMPORANEA, A ROMA E IN ITALIA.
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Presidente di Macroamici lei, ex direttore del Macro lui. L’arte contemporanea vista dagli occhi di chi la fa. Giorno dopo giorno. Con le parole e con il sudore della fronte. Con il piacere e il sapere. Tre domande a Beatrice Bulgari, anche presidente di CortoArteCircuito, e a Bartolomeo Pietromarchi, anche ex curatore del Padiglione Italia della Biennale di Venezia. Riflessioni sul ruolo della Cultura (nella sua “macro”eccezione e non solo dell’arte) contemporanea, a Roma e in Italia. Ed un accorato appello alle Istituzioni: salvate la cultura, l’Italia ne ha bisogno.
L’Italia, un Paese per vecchi. Anche nell’arte. Qui il contemporaneo non riesce ad assumere un ruolo ben preciso, quale motore economico e culturale. Di chi è la colpa?
Beatrice Bulgari: “È un atteggiamento diffuso in tutto il Paese, purtroppo. A partire da Roma. Stupisce, infatti, che il Comune non tenga conto di quanto lavoro, anche gratuito, è stato fatto a sostegno del Museo. L’Associazione Macroamici, di cui sono Presidente dal Marzo 2012, ha raccolto 50 iscritti che in un solo anno e mezzo hanno portato più di 150.000 Euro e creato una rete di scambi, relazioni e una solida struttura con la quale è stata possibile collaborare alla crescita del Museo. Sono state acquistate 12 opere per la collezione permanente, è stato aperto ai soci, alle famiglie, alla scuole e agli studenti la possibilità di fruire del Museo con costi minimi. Senza di questi, l’arte contemporanea non sarebbe stata la stessa cosa”.
Bartolomeo Pietromarchi: “Il ruolo dell’arte contemporanea in Italia è stato compreso dal pubblico ma non ancora dai nostri politici. E’ importantissimo, centrale, strategico, fondamentale, per far uscire l’Italia dal peso eccessivo del suo passato. Occorre capire che questi strumenti, quali i Musei di arte contemporanea, la Biennale di Venezia, le fiere e tutto ciò che ruota intorno all’arte contemporanea, costituiscono un tessuto incredibile che coinvolge decine di migliaia di persone, per un asset molto più importante di quanto attualmente lo si consideri nelle politiche e nelle strategie pubbliche cittadine e governative”.
A proposito di Macro, da parte delle Istituzioni ancora tante parole ma pochissimi fatti. Il museo sta progressivamente morendo e, al momento, non esistono iniziative programmate per l’anno 2014. Cosa sta succedendo?
Beatrice Bulgari: “Dopo 6 mesi di vacatio, ovvero di una mancanza di un direttore di arte contemporanea, purtroppo si sono dileguati i 150.000 Euro e temiamo fortemente che si dileguino anche gli sponsor principali come Deutsche, Enel e Zegna. Macroamici ha supportato inoltre, la didattica, le mostre degli artisti, è una rete di sostegno che in qualunque altro Paese al mondo sarebbe stato apprezzato, riconosciuto e valorizzato. Qui viene cancellato”.
Bartolomeo Pietromarchi: “E’ stata fatta una petizione per la politica, che al momento ha dato poche risposte. Ma la variabile del tempo che passa, per un museo di arte contemporanea, è assolutamente prioritaria. La “cultura dell’oggi” si fa oggi, al momento attuale, contemporaneamente, e più passa il tempo più passa il treno di questa contemporaneità. E più tempo passa, più tutto quello che è stato fatto non sarà servito a nulla. Il grande vantaggio dell’arte contemporanea è che si può fare tantissimo con poco, ma quel poco ha bisogno di strutture solide, di strategie, di continuità”.
Quali sono per voi le possibili soluzioni?
Beatrice Bulgari: “Mi chiedo se non sarebbe stato più utile dare una prorogatio di 6/8 mesi al direttore Bartolomeo Pietromarchi e contemporaneamente realizzare ciò che ha proposto l’Assessore, cioè un bando di concorso per aver un nuovo direttore. Questo avrebbe consentito di non bruciare capitali privati e di avere una programmazione fino a quando non fosse arrivata la nomina di un nuovo direttore. La dottoressa Barca ci ha tranquillizzato e spiegato che è stata richiesta da parte sua al Sindaco una posizione per una nuova dirigenza. Come l’assessore stesso ha detto: “se il sindaco da l’ok!”. Mi chiedo: e se il sindaco non da l’ok, qual è il piano B? Ci aspettano ancora mesi di stallo e sono sinceramente preoccupata”.
Bartolomeo Pietromarchi: “Occorre subito un nuovo direttore, o delle soluzioni temporanee che non interrompano tale macchina avviata, che ha avuto da tutti l’attestato di eccellenza per i risultati finora raggiunti. Se questa dovesse fermarsi per un arco temporale così lungo, le conseguenze saranno tragiche. E, allargando il discorso, occorre investire di più in tutte le arti contemporanee: design, architettura, teatro, scrittura, e tutto ciò che sia espressione di un popolo nel suo presente. L’attuale incomprensione di tale importanza da parte delle istituzioni si riverbera sulla realtà delle istituzioni culturali pubbliche”.
Oggi il Macro di Roma, domani quale altro centro nevralgico di cultura in Italia? Prima che l’arte contemporanea muoia, l’appello, per Roma e per tutta l’arte contemporanea in Italia, parte da qui:
http://www.petizionepubblica.it/?pi=MACRO
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