Teramo. M5S: Il Papasindaco.

Riceviamo e Pubblichiamo

Il Papasindaco.


Una mattina come tante altre in una piccola città di provincia. Ti alzi, apri il giornale e scopri qualcosa che non ti aspetti: l’immagine surreale di una testa pelata esposta alle intemperie da una vecchia auto decappottabile. E non è l’improbabile scenetta al limite del demenziale a colpirti, né l’idea (pure suggestiva) del pubblico spernacchiante fuori campo, quanto l’aura mistica che si irradia da quel volto serafico, da quella gestualità ostentata tra le rampe del Lotto Zero. E ti chiedi quale sia l’immagine che ha ispirato il Sindaco Brucchi nell’ultima memorabile performance: Napoleone o piuttosto il tenente Frank Drebin de “la pallottola spuntata”? Giulio Cesare o Fantozzi? Poi accendi la tv e ti si para innanzi l’effigie di un uomo in bianco che benedice la folla adorante in piazza San Pietro: le sinapsi celebrali si illuminano di immenso disvelando l’icona che ha ispirato il sindaco. E voilà, “habemus papam”: il faccione brucchiano esce dal soglio di Pietro per volare sulla folla estasiata o a parti invertite ti figuri Francesco sfrecciare a bordo della papa mobile tra i tornanti del Lotto Zero. A giudicare dagli eventi degli ultimi giorni non è da escludere che il Sindaco teramano abbia ragionato proprio così, arrivando poi, in uno scatto di imprevedibile modestia a scartare la prima ipotesi e optare per la seconda.

Apprendiamo infatti di una lettera inviata da Brucchi  all’attenzione del Papa per chiedergli di visitare la città di Teramo in occasione delle festività successive alla Santa Pasqua. Varrebbe anche la pena di soffermarsi su alcuni passaggi della missiva che non avrebbero sfigurato nella lettera scritta da Totò e Peppino in una epica scena che ha fatto la storia del cinema o  “abbondandis in abbondandum” in quella altrettanto famosa mandata da Benigni e Troisi a Girolamo Savonarola.

E invece la lettera di Brucchi offre lo spunto per riflessioni ben più amare sul tentativo di strumentalizzazione operato dal sindaco. Nella nota si citano “l’impegno della classe dirigente”, “l’attenzione verso le categorie sociali più deboli” e si arriva addirittura a sostenere che i figli (e quindi le giovani generazioni) costituirebbero “l’orizzonte per le scelte e gli orientamenti” della Giunta: falsità palesi anche per il cittadino medio che tocca con mano quotidianamente la totale indifferenza della attuale Giunta nei confronti degli ultimi e la distanza siderale dai problemi, dalle esigenze, dai sogni e dalle speranze dei giovani. La stessa lettera glissa sulle reali motivazioni del sacro gesto. E allora, Sindaco Brucchi, la invitiamo ad illuminarci con un atto di trasparenza: dica apertis verbis che la sua è una banale mistificazione, che la visita del papa in prossimità delle elezioni è solo l’ennesimo specchietto per le allodole usato ad arte per abbagliare i votanti teramani. Uno specchietto alla stregua del Lotto Zero (o della annunciata e costosissima pavimentazione del Corso di Teramo), un banco di nebbia per celare il totale fallimento della sua politica festaiola e il costante declino di una città che ha perso in pochi anni e sotto una colata di cemento la propria immagine e la propria vocazione culturale ed ambientale, e che ha visto scomparire gradualmente tutti i propri fiori all’occhiello. Una città destinata a morire nell’indifferenza. La sua nota, caro Sindaco, marca una volta ancora, la cifra politica della sua Giunta che sarà ricordata per opere imprescindibili quali la rotonda ovale, il parcheggio Dante, l’Ufogeo nonché per l’arroganza dei comportamenti e l’unilateralità delle decisioni.

Ci rivolgiamo allora ai cittadini teramani che vivono questi anni di sospensione, di lenta autodistruzione invitandoli ad abbandonare il proprio endemico immobilismo e a lottare per un futuro di cambiamento. Un domani migliore non si costruisce con le chiacchiere da bar ma con gesti concreti e quotidiani. Il Movimento 5 Stelle è pronto a raccogliere la vostra voce.

Movimento Teramo 5 Stelle

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