Teramo e Provincia

Teramo. 11 detenuti coinvolti in qualità di attori con i ragazzi del Liceo classico “Delfico”.

Ministero della Giustizia

Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

Direzione Casa Circondariale TERAMO

Si comunica che questa Direzione intende coinvolgere in qualità di attori n. 11  detenuti del circuito Media Sicurezza – Comuni  nello spettacolo che sarà messo in scena in data 26 novembre p.v. insieme agli studenti del Liceo classico DELFICO di Teramo presso il teatro della Casa circondariale di Teramo.

L’idea prende le prime  mosse  dal progetto Dì Ke Giustizia sei! elaborato da alcuni  docenti del Liceo classico della Comunicazione DELFICO con l’intento di avviare i ragazzi ad una riflessione articolata sul cammino dei diritti  e sul significato profondo della Giustizia, intesa come acquisizione  irrinunciabile delle moderne  democrazie. La lettura, l’analisi e la rappresentazione della tragedia “Le Eumenidi” di Eschilo insieme  ai detenuti   e  per i detenuti rappresenta il fulcro del progetto. Con   “Le Eumenidi” nasce nella Grecia antica il Tribunale come luogo in cui dimora la giustizia e vi è il superamento della vendetta (ossia la legge del taglione)  come forma arcaica di risoluzione delle controversie. Dike in greco antico vuol dire “giustizia”, ma anche “processo”:  si tratta di un percorso di studio del mondo della giustizia italiana in cui gli studenti  possono  entrare in contatto con le figure di riferimento, nell’ambito sia della magistratura sia delle realtà detentive.  Seminari di studio, incontri sul tema e l’allestimento dello spettacolo teatrale ne sono i momenti salienti.

La realizzazione è andata ben oltre l’idea originaria, come spesso e per fortuna succede, e 19 studenti adesso recitano a fianco di 11 detenuti, cimentandosi in un testo molto complesso, ma che tutti sono riusciti a fare proprio grazie alla recitazione: è un testo significativo, per i ragazzi e per i detenuti, selezionato in considerazione della peculiarità del progetto. Si parla di un processo a seguito di un omicidio, delle motivazioni  e della lacerazione di chi ha compiuto il gesto, del peso e della responsabilità del giudicare: si porta sulla  scena il dramma esistenziale di un uomo, ma anche le riflessioni su come la società debba reagire al reato e al colpevole,  e c’è l’importanza del tribunale, come riflessione razionale sul crimine. Il linguaggio del teatro attua il miracolo di rendere vivo, per la durata della rappresentazione, ciò che in realtà è fiction, pura invenzione; e l’attore è in quel momento il personaggio, è altro da sé. Evidente è quindi l’importanza di questa esperienza per i protagonisti, studenti e detenuti: ai primi consente di capire le tematiche delle società antiche e la loro attualità molto più di quanto potrebbero con i libri di testo, ai secondi di riempire un tempo potenzialmente vuoto, di conoscere un testo classico che difficilmente arriva a chi non frequenti un liceo classico, di mettere in gioco se stessi.

Chissà se interpretare una parte (e su questi temi, poi!) non aiuti anche a guardare la vita dal punto di vista dell’altro, nell’antica e sempre attuale interazione colpa/pena! E in fondo “saper adottare il punto di vista dell’altro” è il fondamento della dimensione umana del vivere e quindi costituisce   momento centrale in un percorso riabilitativo. Inoltre, per gli studenti e i detenuti è impagabile l’esperienza di trovarsi spalla a spalla, parte di un medesimo progetto e coinvolti in vista di un risultato comune: questo crea legami tra le persone o comunque innesca la percezione che il proprio contributo è essenziale per il successo del gruppo: i detenuti si sentono meno soli e più parte della società; i ragazzi del Delfico sono cresciuti, toccati da un’esperienza così  importante: punto di partenza per riflettere, conoscere una realtà così distante,  abbandonare la divisione netta bianco/nero nel giudicare gli eventi e cominciare a cogliere la problematicità del vivere e il senso della detenzione.

Il progetto comprende una serie di iniziative e di esperienze da sviluppare nelle ultime classi del Liceo classico della Comunicazione DELFICO di concerto con la Direzione scrivente.

Il  coinvolgimento dei detenuti è previsto in due momenti:

–         26.11.13 / n.  11  detenuti metteranno in scena insieme a 18 studenti l’Eumenidi, spettacolo destinato ai detenuti comuni;

–         19.11.13 sono state effettuate le riprese per la realizzazione di un audiovisivo della durata complessiva di 2/3 minuti  per il progetto“Eumenidi 2.0: the making off”, documentario/reportage del  dietro le quinte,  ha visto coinvolti i ragazzi della classe 1A del “Delfico”in qualità di cameraman sotto la guida del regista Paolo Sorgi e i detenuti recitanti  della Casa Circondariale.  Lo scopo del reportage è lasciare traccia documentaria del percorso, fatto di prove, di suoni, di umori, che gli attori del Liceo e del carcere hanno affrontato per arrivare alla rappresentazione del 26 novembre.

Al fine di garantire una corretta visibilità e autentica conoscenza di tale evento, per rendere edotti i cittadini delle attività svolte in carcere e delle finalità di trattamento che si stanno perseguendo nello spirito dei valori costituzionali si vuole pubblicizzarlo:

–         invitando allo spettacolo la magistratura di Sorveglianza, il presidente del Tribunale di Teramo, il  Vescovo, rappresentanti della scuola e le maggiori  autorità locali;

–          Invitando rappresentati di organi di stampa e giornalisti TV

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