Abruzzo

L’Aquila. Manifestazione di protesta e di informazione del Mia Casa d’Abruzzo per chiedere al Consiglio regionale l’approvazione di una“Legge Organica”

Mia Casa d’Abruzzo

Sede regionale: Via Lombardia, 10 – Roseto degli Abruzzi (TE)

Tel. 085-8944932 – Fax. 085-9150464 – 330.431480

Martedì prossimo 5 Novembre 2013 a L’Aquila presso il Piazzale della VILLA COMUNALE e davanti al Palazzo dell’Emiciclo del Consiglio regionale si terrà una “nuova” Manifestazione di protesta e di informazione del Mia Casa d’Abruzzo per chiedere al Consiglio regionale l’approvazione di una“Legge Organica” di indirizzo e coordinamento di tutte le norme Nazionali, Commissariali e Comunali relative alla ricostruzionee messa in sicurezza sismica dell’Aquila e della Edilizia Residenziale Pubblica.

Alle ore 10,30

davanti al “Monumento ai Caduti” nella Villa Comunale

è convocata una

CONFERENZA STAMPA

del Mia Casa d’Abruzzo

per denunciare e illustrare la “gravità e pesantezza” della situazione

alla quale sono invitati ad intervenire tutti i tanti Organi di Informazione che seguono con interesse e competenza la “effettiva” ricostruzione dell’Aquila e che, per questo, ci vogliano dare un aiuto.

La situazione che si sta creando attorno alla “ricostruzione pubblica e privata” desta molta preoccupazione ed allarme poichè, tra l’altro, esiste la possibilità i fondi “non spesi” nell’anno in corso per la ricostruzione pubblica siano “spostati e anticipati” dal CIPE per la ricostruzione privata.

Purtroppo, la ricostruzione “pesante” della Edilizia Residenziale dell’ATER e del Comune dell’Aquila ancora non inizia, e in tale “drammatico contesto” c’è pure chi propone di “non ricostruire” gli alloggi di proprietà del Comune, dell’ATER e, di conseguenza, anche delle famiglie che hanno riscattato o acquistato la loro “prima casa”.

Il Comune dell’Aquila sembra operare “come se” le famiglie attualmente “sfollate” nel Progetto CASE non stessero, dopo 4 anni e 6 mesi, ancora “in attesa della ricostruzione o riparazione dei rispettivi alloggi danneggiati o distrutti dal terremoto” e “come se” gli alloggi del Progetto CASE non siano stati progettati e realizzati come moduli abitativi destinati a consentire la più sollecita sistemazione delle persone che “prima del terremoto” dimoravano in abitazioni distrutte o dichiarate non agibili dagli organi tecnici pubblici, ma nella prospettiva di ritornare al più presto nelle loro “naturali” e precedenti abitazioni.

Pio Rapagnà – ex Parlamentare

L’Aquila, 3.11.2013

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