Italia

Italia. PETARDI SI, PETARDI NO di Giovanni Lafirenze

Sebbene da sempre impegnato, inutilmente o con qualche successo, non lo sapremo mai, a divulgare i pericoli prodotti dai botti di fine anno e nonostante momenti di puro sconforto, anche quest’anno iniziamo le tristi cronologie dei feriti da polvere pirica legalizzata o meno. Oggi la cronaca raccolta dal Mattino di Padova, autorevole giornale locale, ma non solo locale. Il cronista (Enrico Ferro) racconta di un dodicenne da tempo vittima nella propria scuola di un gruppo bulletti dello stesso istituto scolastico. Il ragazzino, a dire della madre, ma anche di altri coetanei è un tipo pacifico, la sua accondiscendenza è ragione di scherno, infatti nel tempo i bulli in erba gli combinano di tutto. L’altro giorno la violenza che sfiora il dramma. I giovanissimi ma già idioti teppisti accendono un petardo e con violenza inaudita lo introducono tra zaino e maglietta del ragazzino. Ovviamente dopo qualche secondo il petardo esplode procurando al dodicenne pesanti ustioni da scoppio tra schiena e collo. A quel punto, continua a raccontare il giornalista del Mattino, il padre della vittima pretende dal Preside dell’istituto un intervento risolutivo che possa garantire al giovane studente la giusta serenità. Tutto bene, quel che finisce bene ? Non credo ! Infatti da anni ci chiediamo perché in Italia dobbiamo attendere le disgrazie per far rispettare leggi o regole che equilibrano il buon senso …? Purtroppo questo episodio non è fatto raro ! I petardi legali o meno che siano, molte volte sono utilizzati come mezzi per offendere: stadi, manifestazioni e quant’altro. Un petardo è a tutti gli effetti una vera arma vendibile e acquistabile da tutti. Un ragazzo con meno di 14 anni o compra con l’accondiscendenza del venditore o si rivolge all’amico più grande. Il petardo, tecnicamente chiamato “gioco pirico” non è per nulla un gioco ! ricordate la candelina pirica esplosa l’anno scorso ferendo 12 bambini …? Petardi si petardi no. Botti legali, botti illegali. La polvere pirica non riconosce etichette, non comprende ciò che è giusto e ciò che non lo è. In ogni caso i mortaretti si comportano come comanda l’utilizzatore. Non è un caso se la legge italiana segue piuttosto severamente il percorso industriale, commerciale, distributivo di questi prodotti. Ma attenzione forse non è un caso se le stesse leggi non tutelano il consumatore, anzi affidano ogni responsabilità civile e penale ai genitori dei giovani fochini. In pratica se un ragazzino dovesse ferirsi con botto di fine anno la colpa ricadrebbe sui genitori e non su chi avrebbe prodotto, venduto un pezzo di cartone con all’interno una dose di magnesio e polvere pirica.

image_pdfimage_print
Condividi:

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Controllo anti spam: * Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.