Teramo e Provincia

ROSETO VERSO LA “CITTA’ IDEALE”: DELINEATO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO BASATO SUL TURSIMO DI QUALITA’ E SULLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

ROSETO VERSO LA “CITTA’ IDEALE”: DELINEATO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO BASATO SUL TURSIMO DI QUALITA’ E SULLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

Si è svolto questa mattina nella sala gremita del Palazzo del mare l’incontro pubblico “Roseto 2013-2016: tre anni per una città ideale”. Negli interventi dei relatori delineato un nuovo percorso per cambiare la città, basato su urbanistica partecipata e sostenibilità ambientale. “L’obiettivo  – ha spiegato il sindaco Enio Pavone, nell’aprire i lavori  – è costruire una città-sistema, in grado di garantire ai cittadini elevati livelli di servizi e regole di tutela paesaggistica. Si tratta di ripensare lo sviluppo del territorio, basato sulla qualità urbana avviando un percorso di sperimentazione, che si avvale di programmi agili e innovativi per il recupero di aree dismesse e fabbricati inutilizzati. Pensiamo, ad esempio, alla necessaria opera di salvaguardia del nostro paesaggio collinare, con il recupero dei casali e delle strutture abbandonate a fini turistici. Tra gli obiettivi dell’amministrazione anche quello di dotarsi in tempo brevi di un Piano di assetto naturalistico, che possa fungere da volano e garantire lo sviluppo di un turismo verde sul territorio, complementare alle attività rappresentative della Regione dei Parchi. Altro strumento al quale stiamo lavorando, oltre al Piano regolatore e al Pan, è il nuovo piano demaniale comunale che entro metà novembre sarà portato in consiglio con le osservazioni presentate”. Il primo cittadino ha sottolineato nel suo intervento che gli strumenti urbanistici statici non sono più adeguati alle dinamiche di sviluppo del territorio e occorrono nuovi approcci di natura compartecipativa, anche alla luce di un nuovo rapporto tra il pubblico e il privato. “Per questo – prosegue il sindaco – abbiamo avanzato una proposta metodologica di variante al Prg, che prevede la rivisitazione dello stesso in chiave strategica a partire dallo schema strutturale approvato con delibera n. 11 del 2004. Ci siamo posti anche l’obiettivo di una rivisitazione del vigente Regolamento edilizio: tre anni per città ideale è l’impegno che ci siam posti dinanzi ai cittadini che siamo intenzionati ad onorare”.

Un intervento di natura tecnica è stato condotto dal prof. Roberto Mascarucci, ordinario di Urbanistica dell’Università “G. D’Annunzio Pescara-Chieti”, consulente dell’amministrazione per la nuova pianificazione: “Oggi abbiamo a che fare con strumenti spesso obsoleti – ha evidenziato Mascarucci -.  Accorciare la filiera urbanistica vuol dire assumere decisioni più rapide e superare la lungaggine delle procedure che non seguono l’evoluzione e dinamica della realtà di mercato. Il comune di Roseto è un ambito sperimentale molto interessante a livello regionale, in quanto fa parte di una rete urbana intermedia sulla quale bisogna far leva per determinare un progetto di sviluppo importante del territorio, che trova i propri capisaldi nel turismo di qualità e nella sostenibilità ambientale. Riqualificare il patrimonio edilizio esistente è anche una grande opportunità. Il programma di mandato dell’amministrazione va proiettato sul territorio per costruire una visione strategica, l’approccio metodologico è quello dell’urbanistica partecipata”.

L’assessore provinciale all’Urbanistica, Vincenzo Falasca, ha posto l’accento sull’importanza di una pianificazione strategica di area vasta: “in questo la Provincia svolge una funzione essenziale, la nostra amministrazione sin dal 2009 ha iniziato a considerare in maniera assolutamente rilevante i temi del territorio e del contenimento del consumo di suolo e in tal senso stiamo procedendo con una variante al Piano territoriale provinciale”.

“Oggi si arriva a provvedimenti che hanno una grande rilevanza sul territorio per stralci – è stato l’intervento del direttore regionale Antonio Sorgi -. Non va definito solo il quadro delle regole e i diritti, come quelli edificatori, ma una strategia più ampia, dinamica, di governo del territorio, e questo si sta cercando di fare con la legge urbanistica regionale, in discussione in Consiglio. Purtroppo manca una cornice nazionale di riforma della disciplina urbanistica entro la quale muoversi e il territorio diventa spesso campo di battaglia e di scontro, anziché di condivisione e di confronto”.

L’intervento conclusivo è stato affidato al direttore dell’Ente Parco Gran Sasso-Monti della Laga, Marcello Maranella, che ha portato la sua esperienza in materia di gestione di aree protette: “Importante tutelare il nostro grande patrimonio di natura e cultura, tanto nella fascia dell’entroterra che costiera – ha detto Maranella -. All’interno delle scelte politiche future tutte queste considerazioni devono avere un grande peso per costruire un ecosistema urbano integrato di territori che fanno rete e mettono al centro la sostenibilità e la qualità della vita. In questo ecosistema, la Riserva del Borsacchio assume una valenza grandissima per ricostituire un’identità ambientale forte del territorio: pensiamo all’agricoltura di qualità, alla tutela della biodiversità, a percorsi di mobilità sostenibile,  al collegamento della Riserva con l’Area marina protetta del Cerrano e all’importanza dell’educazione ambientale per le nuove generazioni”.

All’incontro è seguito un partecipato dibattito, con gli interventi di numerosi professionisti, rappresentanti delle associazioni ed esponenti politici locali. Tra i presenti  i primi cittadini di Morro d’Oro, Notaresco e Sant’Omero, il parlamentare Giulio Sottanelli e l’ex parlamentare Pio Rapagnà.

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