Abruzzo

Abruzzo. CNA: piccole imprese, la scure di Fisco, pagamenti e credito

Piccole imprese, la scure di Fisco, pagamenti e credito

All’assemblea regionale della Cna il presidente Lupo critica banche e giunta regionale:Patto per lo sviluppo deludente

PESCARA – Pagamenti pubblici fermi da anni, crediti incagliati, rubinetti delle banche chiusi, Fisco che non aspetta. Tutto ciò, mentre i segni della crisi colpiscono qui più che nel resto d’Italia. E’ lo scenario descritto dal presidente regionale della Cna abruzzese, Italo Lupo, che questa mattina ha aperto nella sala Petruzzi di Pescara i lavori dell’assemblea elettiva della confederazione artigiana abruzzese. Di fronte alla platea di delegati giunti da tutta la regione, Lupo ha ricordato alcuni primati negativi fatti segnare dall’economia abruzzese: «Nell’export, ad esempio, nei primi sei mesi dell’anno l’Abruzzo ha subito una netta riduzione rispetto allo stesso periodo del 2012, pari al 2% (-67 milioni), contro una flessione a livello nazionale dello 0,4%. E ad andare peggio, mentre per fortuna tira il comparto dei mezzi di trasporto, sono soprattutto le piccole imprese autoctone, che vanno trenta volte peggio della media Italia».

A detta della Cna, occorre perciò «mettere in campo, velocemente, politiche e azioni che diano la possibilità a famiglie ed imprese di tornare a spendere, il nostro Paese non uscirà dalla spirale viziosa in cui è precipitato». Al primo punto dell’agenda politica viene il contenimento della pressione fiscale sulle imprese e i cittadini, una scelta che vede come cavallo di battaglia la riduzione delle aliquote dell’Imu applicate alle attività produttive.

Ancora, la confederazione artigiana chiede il rapido sblocco dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione e di riaprire i rubinetti del credito, che in Abruzzo sono stati chiusi ingiustificatamente alle richieste del mondo produttivo: «Nel primo trimestre dell’anno – ha ricordato Lupo – si è registrata una flessione di ben  306 milioni di euro, 254 dei quali sottratti proprio al mondo delle imprese. Tutto ciò mentre le banche sono piene di liquidità, visto che nel primo trimestre dell’anno i depositi sono aumentati di 151 milioni di euro, con un saldo largamente attivo».

Alle forze politiche, la Cna chiede poi di procedere con forza alla riforma dello Stato, superando il bicameralismo perfetto, riducendo il numero dei parlamentari, sopprimendo le Province, accorpando tanti piccoli comuni, superando le comunità montane, chiudendo migliaia di società costituite dagli enti locali. Tra le priorità per l’Abruzzo, Cna indica la ricostruzione dell’Aquila e degli altri comuni del cratere, l’avvio di una forte politica industriale («In Abruzzo non si fa più alcuna politica di attrazione degli investimenti»), una politica sulle grandi infrastrutture che punti alla valorizzazione delle eccellenze (aeroporto di Pescara) e alla eliminazione del doppioni, all’intercettazione dell’alta velocità ferroviaria, alla scelta delle priorità in materia portuale, allo sviluppo dei parchi e delle aree protette come strumento per la promozione del territorio nelle aree interne della regione, allo politiche legate alle reti d’impresa.

Giudizio a luci ed ombre sul governo regionale: in cinque anni di giunta Chiodi, «sono state approvate leggi e messe in campo iniziative utili per il sistema delle imprese, come la nuova legge per l’artigianato, le nuove norme per il commercio, la legge sui consorzi fidi e la legge per il riordino dei consorzi industriali, cosi come sono stati importanti e positivi i bandi e le risorse messi a disposizione per la nascita dei poli di innovazione e le reti d’imprese e la riduzione del debito sanitario». Ma nell’azione del governo regionale, osserva la Cna, «sono mancate tempestività e visione. Le leggi su artigianato e commercio non hanno prodotto effetti, vista l’assenza totale di risorse, e per i confidi due misure positive recentissime, per oltre 32 milioni di euro, non rispettano lo spirito innovatore della riforma, volta a creare confidi più grandi ed efficienti attraverso processi di aggregazione e fusione. Mentre su altri temi è mancato il coraggio di decidere, valga per tutti l’esempio della riforma degli enti strumentali». Quanto al Patto per lo sviluppo, Lupo si è detto «un po’ deluso: lo strumento non ha avuto quell’efficacia, ma soprattutto non ha prodotto i risultati che noi, e penso anche le altre forze datoriali e sindacali, attendevamo».

Lupo ha infine ribadito la volontà di dare vita anche in Abruzzo a Rete Imprese Italia, il network del mondo della piccola impresa realizzato a livello nazionale con Casartigiani, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, ma anche di dar vita a un sistema associativo più radicato nel territorio, più ricco di servizi e di competenze. 1. segue

6/10/2013

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