Cultura & Società

TERAMO 9 SETTEMBRE 2013, “MATRIOSKA IN VIAGGIO” DI GIORGIO DE BERARDINIS E LAURA DE BERARDINIS AL TEATRO ROMANO

TERAMO 9 SETTEMBRE 2013, “MATRIOSKA IN VIAGGIO” DI GIORGIO DE BERARDINIS E LAURA DE BERARDINIS AL TEATRO ROMANO

Lunedì 9 settembre alle ore 19, presso il Teatro Romano di Teramo, si terrà l’evento di presentazione del volume “Matrioska in viaggio” (Ricerche&Redazioni, 2013), raccolta scritta “a quattro mani” da padre e figlia, Giorgio e Laura De Berardinis.

Un allestimento tra arte e poesia, con 21 raffinati pannelli e un maxi-schermo, ‘racconterà’ i testi delle poesie contenute nel libro.

Giorgio e Laura De Berardinis interverranno insieme al magistrato Aldo Manfredi, che ha siglato la quarta di copertina, a Gino Gentile, noto artista di San Benedetto del Tronto che ha realizzato l’opera in copertina e quelle delle pagine interne dando vita a un libro in copia unica da sfogliare durante l’evento, e a Federico D’Ilario, 12 anni, autore di una poesia pubblicata nel volume.

Saranno presenti: Maurizio Brucchi (Sindaco di Teramo),
 Paola Di Felice (Direttore Polo Museale di Teramo),
 Umberto Palestini (Direttore de “L’Arca”).

In caso di maltempo, l’evento si svolgerà presso i locali espositivi de “L’Arca” in Corso San Giorgio, dove i pannelli delle poesie resteranno in mostra per i successivi quindici giorni.

Il Libro

Bellissima raccolta di poesie di Giorgio De Berardinis e Laura De Berardinis. Giorgio e Laura, padre e figlia, negli anni scrivono poesie. Parlano ogni tanto la mattina, davanti a un caffè e quando sono soli. Si osservano per lo più a distanza e non cedono all’indulgenza né all’ipocrisia, circa i rispettivi punti di vista e il loro “fare”, senza per questo scadere nella trappola del reciproco giudizio. È il loro patto e in virtù di ciò “si fidano” l’uno dell’altra.

Per Giorgio la poesia si rivela quale strumento per assaporare un attimo di felicità e trangugiarla in senso baudeleriano. Laura, invece, vive la poesia come lacerazione di una memoria bergsoniana stratificata che sembra sovrastarla, da cui con determinazione e delirio semi-onirico non fugge finché non la domina ricongiungendosi alla realtà, attraverso la chiarezza interiore.

Matrioska in viaggio rappresenta per entrambi il punto di contatto per uscire dal ruolo standard “padre-figlia”, al fine di misurarsi insieme con un oggetto – la matrioska – che cambia di dimensione, si svita, è colorata, sembra vuota e al contempo soggiace a un ordine e a delle regole.

La matrioska è il souvenir di un viaggio nel freddo che ciascuno dei due compie autonomamente e secondo una propria personalità, il cui ricordo si posiziona “diversamente” nei cassetti della mente. L’essenza di cui sono alla ricerca è “il nocciolo” grande, forse, come un’oliva. Componendo, allineando e mischiando tutto da capo lo cercano in maniera differente e in questo loro “fare” si confrontano. Finché non lo troveranno, dicono che continueranno a scrivere.

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