Cultura & Società

Omaggio a Mattia Preti Celebrazioni per il IV Centenario della nascita del “Cavalier calabrese”

Chiesa di Sant’Agostino, Tortoreto (TE)

sabato 24 agosto, ore 19.30

Conferenza di Vittorio Sgarbi su Mattia Preti e il Battesimo di Sant’Agostino

per informazioni 0861 785314

Riflettori puntati sul grandioso Battesimo di Sant’Agostino, opera del pittore Mattia Preti del quale ricorre il IV Centenario della nascita, in occasione del quale sono state organizzate numerose iniziative dedicate all’artista tra Malta, dove visse l’ultima parte della sua vita, Taverna (CT), che gli diede i natali, e Torino che ospita, dal 16 maggio al 15 settembre 2013 nel prestigioso “luogo” de La Venaria Reale, una mostra dal titolo Il Cavalier calabrese Mattia Preti. Tra Carravaggio e Luca Giordano, curata da Vittorio Sgarbi e Keith Sciberras.

Riflettori puntati, dunque, su un’opera di Mattia Preti che fa bella mostra di sé all’interno della Chiesa di Sant’Agostino. Attenzione e interesse attorno ad una magnifica opera del Nostro, conservata in una chiesa a Tortoreto, apparentemente lontana dai percorsi dell’artista eppure oggi grandeggiante all’interno di un edificio chiesastico, cui l’opera consegna un pezzo di storia legata al collezionismo e un prezioso tassello nella ricostruzione della produzione artistica del Cavalier calabrese. La tela rappresenta Sant’Ambrogio arcivescovo di Milano che versa l’acqua del battesimo sul capo di Sant’Agostino. Sotto il trono è dipinto lo stemma con fondo blu e fascia arancione con l’insegna delle tre api della famiglia Barberini. Papa Urbano VIII (Maffeo Barberini), pontefice dal 1623 al 1644, con breve apostolico del 23° agosto 1633 accettò la donazione di tutti i beni mobili e immobili della nobildonna padovana Franca (Franchi) di Tortoreto a beneficio del monastero di S. Agostino perché si erigesse una cappella con la spesa di 100 ducati del regno con un quadro che rappresentasse S. Agostino, S. Stefano, Santa Monica (Arch. Vescovile di Teramo). Il dipinto, definito “il potente S. Agostino di Tortoreto” è stato oggetto di studi dei più grandi critici dell’arte italiana.

L’omaggio a Mattia Preti che il Comune di Tortoreto ha promosso in occasione del IV Centenario della nascita del Cavalier calabrese, iniziato 27 luglio, si chiude il 24 agosto dalle ore 19.30 con un appuntamento culturale di particolare rilievo coordinato e introdotto dal giornalista Antimo Amore. Dopo la performance musicale della Corale Giuseppe Verdi di Teramo, seguiranno i saluti istituzionali di Generoso Monti, Sindaco del Comune di Tortoreto, Giovanni Chiodi, Presidente della Regione Abruzzo, e Lucia Arbace, Soprintendente ai Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo. L’evento centrale sarà rappresentato da una conferenza sull’opera di Mattia Preti e sul Battesimo di Sant’Agostino, tenuta da Vittorio Sgarbi che per l’occasione presenterà anche la sua recente monografia dedicata al pittore per Rubettino Editore. Nella pregevole pubblicazione viene ampiamente ripercorsa la produzione pittorica dell’artista che, come ricorda Vittorio Sgarbi, “riparte da Caravaggio nello stesso momento in cui la parabola caravaggesca declina e finisce la febbre che aveva contagiato tutta l’Europa pittorica”. Il caravaggismo di Mattia Preti, sostiene Sgarbi, “è sempre recitato, non è mai preso dalla realtà ma trasferito sulla scena teatrale con tutti gli effetti speciali richiesti, prediligendo ambientazioni notturne e luci strisciate che drammatizzano anche uno sguardo”. Dalla Calabria a Roma e poi Malta, passando per Napoli, la sua arte raccoglie molteplici apprezzamenti da parte di Papi, Gran Maestri dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, principi, nobili famiglie e mercanti, particolarmente per “il suo virtuosismo che gli consente ogni acrobazia”, come ricorda Sgarbi, nella sua “lunghissima avventura pittorica che si spegne e si consuma nello sguardo di un uomo che ha tradotto ogni emozione, ogni tormento, ogni entusiasmo, ogni dolore in immagini nelle quali si esprime il senso della vita”. Il catalogo raccoglie tutti i capolavori dell’artista, la cui datazione è certa, insieme a opere non documentate ma sulle quali è unanime il riconoscimento della critica.

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