Lettere

Italia. ITALIANI BRAVA GENTE, di Giovanni Lafirenze

In Italia da qualche anno c’è chi si diverte a stilare liste dei buoni e dei cattivi. Anzi, i cattivi sarebbero gli intercettati, sbattuti come mostri in prima pagina, i buoni aleggerebbero, in attesa del proprio infernale turno, nell’angoscioso girone dei probabili mazzettari momentaneamente graziati. La mazzetta, la bustarella, la tangente, chiamiamola come vogliamo, in Italia è da tempo una legge non scritta, ma da rispettare a tutti i costi. Di più, la mazzetta, in questo ventennio assume connotati sociali e culturali. La mazzetta può essere moneta contante, un regalo di valore, uno o più viaggi, eccetera, eccetera. Il Bel paese, da sud a nord, da est ad ovest è colmo di mazzette ad uso famigliare: tu mi dai l’appalto, io assumo moglie e figlia, tuo figlio lo sistemo nell’azienda del mio collega. Questo sistema sicuramente è sbagliato, può piacere o meno, ma in Italia funziona proprio in così. Oggi raccomandare un parente, un amico, un famigliare potrebbe essere pericoloso, eppure un tempo era lo Stato stesso che permetteva al lavoratore di lasciare il proprio posto lavorativo a più figli. Direttori e funzionari “sistemavano” tre, quattro, sette parenti e qualche amico. Semplici impiegati un solo figlio, i più audaci forse due. Ma sempre di parentopoli si tratta. Qualche tempo fa, impegnato in una ricerca storica rivolta ai bombardamenti aerei patiti dalla città di Taranto durante la seconda guerra mondiale, decido di visitare l’archivio storico della città di Bari. Bene, anzi male, causa un errore dei commessi involontariamente ricevo un fascicolo riguardante la costruzione del porto Italsider. Leggo i nomi delle ditte, non so se piangere o ridere, ma i telefonini a quei tempi (anni 50/60/70) non ci sono e neppure le intercettazioni. A quei tempi il sistema Italia funziona in quel modo: tu paghi la tangente, io faccio finta di essere all’oscuro. Non vedo, non sento e non parlo. I lavoratori erano pure contenti, la CGIL lottava per migliorare orari di lavoro, buste paga e sicurezza interna. Il sistema riusciva ad auto-equilibrarsi attraverso una sottile e politicamente trasversale fune corruttiva. Una vera legge di Darwin associata alla nuova società, dove il pesce grande si nutre di quello più piccolo. Ma se vogliamo guardare oltre il naso del nuovo millennio basta tornare indietro nel tempo. Esattamente al secondo dopo guerra: “il piano Marshall”. L’Italia riceve dagli Stati Uniti, come prima trance, la considerevole cifra (quella ufficiale) di un milione e mezzo di dollari. a quei tempi, l’Italia è da ricostruire completamente, ma in definitiva il percorso di quel denaro termina nelle tasche Fiat da sempre società privata e Finsider a quei tempi IRI, madre dell’odierna Ilva. Due società oggi per ragioni diverse, da tempo, nell’occhio del ciclone. Anche in quei anni nessuno ascolta, vede o parla. Passano gli anni. Finmeccanica, Fincantieri, Finelettrica diventano tra il silenzio generale una vetrina politica, dove i potenti di turno “distraggono, assumono, si divertono, ma per loro fortuna i telefonini non esistono ancora e gran parte dell’informazione è soggiogata dai poteri forti del tempo. Stesso discorso tra l’Edison e la Montecatini. Un rappresentante ravennate della Montecatini, tale Serafino Feruzzi tra il 1948 e il 1956 riesce a creare un vero impero economico, a causa di una improvvisa morte per incidente aereo è sostituito da Raul Gardini. La fine di questa amara vicenda è cronaca, storia al vetriolo, all’arsenico. Ma è il sistema Italia, il sistema Europa, il sistema delle multinazionali. Potremmo continuare ma servirebbe a ben poco. Qualche tempo dopo i giudici di mani pulite scoperchiano un vaso di pandora conosciuto da tutti coloro che fino a poche ore prima non sentono, non vedono, non parlano. In definitiva sarebbe disgustoso tentare oggi di scandalizzarci se per avere un appalto dovremmo coltivare amicizie, organizzare cene con il moderno gerarca del paese. La “cosa” ha sempre funzionato in questo modo. Sicuramente sbagliavano i nostri genitori a chiudere entrambi gli occhi, ma questo “moderno” ortodosso sistema opposto, di voler a tutti i costi colpire ipso facto le consolidate e giovani aziende, non può che produrre effetti devastanti per economia ed occupazione. Forse questo malcostume andrebbe prima studiato a fondo, per poi risolverlo più serenamente, evitando di criminalizzare imprenditori costretti a pagare tangenti per ricevere commesse o appalti utili, se tutto va bene, a pagare tasse, pizzi, e dipendenti. Non è più tempo d’addossare la colpa di un sistema sbagliato alla singola persona, (Craxi docet). Intercettiamo, ma nel contempo tentiamo di riavvicinare il sistema cresciuto illegalmente ai canoni della correttezza sociale. Oggi, anche se con grande difficoltà, dovremmo comprendere questa società cresciuta con l’dea dell’utilizzo del Santo in paradiso. L’amico al catasto, il cugino Vigile, l’amico dell’amico medico, la zia bidella, e così via nel tempo dove l’italiano risolve le proprie esigenze in base alle conoscenze. Dovremmo essere tutti dei Mazzacurati da prima pagina.

Giovanni Lafirenze

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