Giulianova

Giulianova. Centenario della nascita di Venanzo Crocetti. Il 4 agosto conversazioni al Kursaal di Francesco Tentarelli e Sirio Pomante.

Centenario della nascita di Venanzo Crocetti. Il 4 agosto conversazioni al Kursaal di Francesco Tentarelli e Sirio Pomante.

Il prossimo 4 agosto al Kursaal di Giulianova Lido, a partire dalle ore 21, in occasione del centenario della nascita di Venanzo Crocetti, Francesco Tentarelli, Soprintendente ai Beni Librari e Biblioteche d’Abruzzo, e Sirio Maria Pomante ripercorreranno le vicende biografiche ed artistiche dello scultore di fama internazionale originario di Giulianova e spentosi a Roma il 3 febbraio del 2003.

L’iniziativa, voluta dall’Amministrazione comunale, si colloca nel prosieguo del  processo di riavvicinamento all’artista e di condivisione della sua poetica nonché nell’ottica di una maggiore valorizzazione dei concittadini illustri.

Nonostante sia stato talvolta ingiustamente trascurato dalla critica e dalla storia dell’arte, anche per colpa del suo difficile carattere, Crocetti va necessariamente riconsiderato e storicizzato come scultore rigoroso, coerente nel linguaggio artistico e nel suo vissuto quasi incorniciato dalla più completa solitudine e distacco dal mondo. Trasferitosi a Roma poco più che adolescente, negli anni  1961-66  vince il concorso per la realizzazione della Porta dei Sacramenti per San Pietro in Vaticano e tra il 1960 e il 1969  esegue il Monumento ai caduti per la città di Teramo dove è già in nuce l’efebico Cavaliere della pace che nel periodo  1986-89 sarà esposto  nelle principali metropoli mondiali. Sacro e profano coesistono nello scultore con la medesima tensione etica. Storia, idealità e realtà costituiscono la struttura portante del suo fare calibrato nel perfetto equilibrio di ethos e pathos. Quello che più colpisce in Crocetti è la sua straordinaria capacità di individuare uno stile da subito, una cifra tale da renderlo immediatamente riconoscibile. Tali elementi lo collocano nelle immediate vicinanze dei grandi scultori del Novecento quali  Manzù, Marini e Martini. Nei confronti del primo per l’intuizione e lo svolgimento formale, del secondo per la riumanizzazione antiretorica degli animali ed infine del terzo per il grande recupero della tecnica fittile: significativo ritorno alla grande scultura etrusca.

image_pdfimage_print
Condividi:

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Controllo anti spam: * Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.