Roseto. Lo storico Gentile e il detenuto Chodorkovskji, l’uomo che ha sfidato Putin: presentati i vincitori dell’XI Edizione del Premio per la saggistica “Città delle Rose”

Menzione speciale come miglior autore abruzzese alla pescarese Daniela Quieti. Terna di finalisti per la sezione giovani. Il 25 maggio la cerimonia di premiazione ufficiale.

Sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa, alla presenza del sindaco, Enio Pavone, dell’assessore alla Cultura, Maristella Urbini, della dirigente del 1° Settore, Gabriella Lasca, e di Mario Giunco i vincitori dell’edizione 2013 del Premio di Saggistica edita “Città delle Rose”, un appuntamento che si rinnova per l’undicesimo anno consecutivo, riservato a volumi di autori italiani e stranieri, volti ad illustrare la condizione dell’uomo contemporaneo, così come si riflette nelle diverse discipline (letteratura, scienze umane e sociali).

“Il Premio “Città delle Rose”  – spiega il sindaco Pavone – si è affermato negli anni come una delle manifestazioni culturali di maggiore rilievo a livello nazionale, oltre che come l’occasione per incontrare a Roseto, nel corso della cerimonia finale fissata per il prossimo 25 maggio,  alcuni tra i maggiori autori della saggistica contemporanea. Un’iniziativa che tiene alto il nome di Roseto, anche in virtù dell’alto spessore dei componenti della giuria tecnica, e che porteremo avanti, anche nell’attuale momento di ristrettezze economiche”.
La Giuria tecnica, presieduta da Vincenzo Cappelletti, e composta dal sindaco Enio Pavone, l’assessore Maristella Urbini, Daniele Cavicchia (Segretario organizzatore), Franco Ferrarotti, Dante Marianacci, Renato Minore, Aldo Forbice, Franco Di Bonaventura (membro onorario), Alessio Palmarini (utente Biblioteca Civica), ha designato vincitori:

  • Per la sezione Autori italiani: lo storico di fama internazionale Emilio Gentile per il volume “E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma” (Laterza, 2012);
  • Per la sezione Autori stranieri: il detenuto Michail Chodorkovskji, l’uomo che ha osato sfidare Vladimir Putin, per il libro “La mia lotta per la libertà” (Marsilio, 2012);
  • Per la sezione Tematiche giovanili intitolata a “Micol Cavicchia”, la terna dei finalisti è composta da: il vaticanista Marco Ansaldo con “Il falsario italiano di Schindler (Rizzoli, 2013); lo scrittore di thriller politici e di mafia Alfio Caruso con “La battaglia di Stalingrado” (Longanesi, 2012); il letterato Remo Ceserani e l’etologo Danilo Mainardi con “L’uomo,  libri e altri animali. Dialogo tra un etologo e un letterato” (Il Mulino, 2013).

Assegnata, inoltre, la menzione speciale come miglior autore abruzzese alla scrittrice pescarese Daniela Quieti, per il volume “Francio Bacon. La visione del futuro” (ed. Tracce 2012).

“Una scelta ardua – sottolinea l’assessore Urbini – per la grande validità delle ben 94 proposte pervenute alla segreteria del Premio dalle maggiori case editrici italiane. Da evidenziare la particolare attenzione riservata anche alla cosiddetta editoria minore. Tra gli obiettivi di questa iniziativa anche quello di stimolare e avvicinare i giovani alla buona lettura, promuovendo il confronto diretto con gli autori”.

“La terna dei finalisti della sezione Tematiche giovanili – aggiunge la dirigente Lasca –, come nella tradizione del premio, sarà sottoposta la vaglio di una Giuria di giovani, composta da 30 studenti delle scuole superiori rosetane e 15 utenti, under 25, della Biblioteca civica. Sarà la sensibilità dei ragazzi e il rapporto instaurato con gli autori che saranno presenti all’incontro a determinare il vincitore della sezione”.

Sempre sabato 25 maggio, alle ore 18,  presso la Villa Comunale si terrà la cerimonia conclusiva di premiazione alla presenza degli autori (per il vincitore delle sezione Autori stranieri interverrà un delegato).

Il Premio nella passata edizione ha visto la partecipazione di nomi di spicco come la giornalista Concita De Gregorio, Miguel Gotor, il neurologo Boris Cyrulnik e, andando a ritroso nelt tempo, di illustri letterati e filosofi quali i filosofi Luciano Canfora e Vittorino Andreoli.
LE SCHEDE DEI VINCITORI E DELLE LORO OPERE

EMILIO GENTILE

Storico di fama internazionale, ha insegnato Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma. Nel 2003 ha ricevuto dall’Università di Berna il Premio “Hans Sigrist” per i suoi studi sulla religione politica.

“E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma” (ed. Laterza, 2012)

“Fece fessi tutti”: la frase, niente affatto elegante ma volgarmente efficace, fu usata nel 1949 da Cesare Rossi, uno dei più stretti collaboratori di Benito Mussolini nei primi anni del fascismo, per descrivere l’abilità con la quale il giovane duce, alla vigilia della “marcia su Roma”, mise nel sacco tutti i maggiorenti della classe dirigente liberale, che avrebbero potuto impedirgli di diventare il capo di un nuovo governo. Giolitti, Nitti, Orlando, Salandra e Facta caddero nella trappola delle trattative che Mussolini condusse separatamente con ciascuno di loro, fra settembre e ottobre del 1922, lasciando credere a ognuno che l’avrebbe preferito come presidente del Consiglio in un ministero di coalizione con la partecipazione dei fascisti. E mentre il duce trattava, il partito fascista mobilitava la sua organizzazione armata per la conquista del potere. Con l’inganno, dunque, Mussolini “fece fessi tutti”, ma le negoziazioni non sarebbero neppure iniziate senza il dispiegamento della forza del partito fascista che, usando la violenza, dominava incontrastato in gran parte dell’Italia settentrionale e centrale e sfidava apertamente lo Stato con la sua milizia armata. In effetti, non furono le trattative con i vecchi governanti ad aprire al partito fascista la via al potere, ma fu l’insurrezione squadrista che indusse il capo dello Stato monarchico a cedere alla pretesa di Mussolini di avere l’incarico di formare il nuovo governo.

Michail Chodorkovskji

È diventato un simbolo della lotta per la libertà nella Russia di Putin: non solo la sua personale ma quella di un intero paese. Ex magnate alla guida del colosso petrolifero Yukos, Michail Chodorkovskij dal 2003 si trova in carcere, imprigionato con l’accusa di frode fiscale. Due lunghi processi, altrettante contestate condanne e la detenzione in Siberia non ne hanno però fiaccato lo spirito. Dalla prigionia ha continuato a scrivere e a lanciare messaggi capaci di incidere profondamente sulla vita politica russa e di imporre il suo caso all’attenzione dell’opinione pubblica europea e mondiale.

“La mia lotta per la libertà” (ed. Marsilio, 2012)

Questo libro raccoglie gli scritti dell’ex “oligarca”. Gli articoli segnano la volontà di partecipare attivamente alla vita del paese, analizzandone vizi e problemi. “Proprietà e libertà”, scritto mentre era in atto lo smantellamento della Yukos, ne ripercorre la vicenda e chiarisce i rapporti tra interessi e potere. La serie “Svolta a sinistra” – tre articoli, pubblicati tra il 2005 e il 2008, che hanno provocato reazioni contrastanti – presenta un ambizioso programma di riforme per la Russia, con profonde riflessioni sui concetti di proprietà privata e liberalismo. “La Russia attende un tribunale indipendente” e “Generazione M” richiamano Dmitrij Medvedev alle responsabilità che egli si è assunto come successore di Putin: garantire un potere giudiziario indipendente e stabilire un’agenda seria per la modernizzazione del paese.

Marco Ansaldo

Vaticanista di “Repubblica” e inviato speciale per la politica internazionale, ha effettuato reportage in tutto il mondo. È uno dei più autorevoli esperti di Turchia. Insegna Giornalismo estero presso l’Università LUISS di Roma. Ha scritto Né tetto né legge. L’Odissea dei profughi (1997), Top secret: il caso Öcalan. Un intrigo italiano fra Cia, Mossad.

“Il falsario italiano di Schindler” (ed. Rizzoli, 2013)

Da Primo Levi a Mafalda di Savoia, da Boris Pahor ai Finzi-Contini: il primo grande racconto italiano dall’archivio dei campi di sterminio. Ventisei chilometri di scaffali, oltre trenta milioni di fascicoli, mappe, disegni, grafici, quaderni, liste, effetti personali, fotografie: le stanze segrete dell’ex caserma delle Ss di Bad Arolsen custodiscono l’archivio definitivo dell’Olocausto, il registro più completo dell’ossessione nazista di documentare e catalogare ogni singolo aspetto dello sterminio. Un inferno di carta… Marco Ansaldo è il primo italiano a essersi addentrato in questo labirinto di fogli e storie. Quelle ignote degli internati illustri — Anna Frank, Primo Levi, i Finzi-Contini, Mike Bongiorno diciannovenne in fuga verso l’America — e quelle travagliate dei molti anonimi dimenticati. Come il tipografo Schulim Vogelmann, ebreo fiorentino di origini polacche, l’unico italiano salvato da Schindler, che imparò il tedesco a costo di preziosi tozzi di pane e divenne falsario per conto del Reich. O gli angeli della resistenza di Buchenwald, i giovani detenuti che si batterono con tutte le forze per salvare i bambini del campo dalla deportazione a mete terminali come Auschwitz. Vite spezzate, famiglie distrutte, gesti, vicende e destini che trasformano questo libro in un inaspettato romanzo corale sulla forza dell’uomo e la sua costante ricerca della salvezza

Alfio Caruso

Alfio Caruso, nato a Catania nel 1950, è autore di sette romanzi, thriller politici e di mafia: Tutto a posto (1991), I penitenti (1993), Il gioco grande (1994), Affari riservati (1995), L’uomo senza storia (2006), Willy Melodia (2008), L’arte di una vita inutile (2010) e di due saggi di sport con Giovanni Arpino. Presso Salani è apparso Breve storia d’Italia. A Italiani dovete morire sono stati attribuiti il Premio Hemingway e il Premio Acqui Storia.

“La battaglia di Stalingrado” (ed. Longanesi, 2012)

Stalingrado (l’odierna Volgograd) fu teatro della più lunga e sanguinosa battaglia della seconda guerra mondiale, uno scontro che durò dall’estate del 1942 all’inverno del 1943. Il 22 novembre, per quasi trecentomila uomini della Wehrmacht e dei suoi alleati, chiusi in una sacca dalle armate sovietiche, iniziò un tragico conto alla rovescia. Il freddo, la fame, la sete, le malattie uccisero più tedeschi degli attacchi russi. La città divenne un incubo, un cumulo di macerie, un inferno: ogni ferita era a rischio d’infezione, la sopravvivenza una sfida quotidiana. Il 2 febbraio del 1943, contravvenendo all’ordine del Führer di resistere a ogni costo, si arresero in centoventimila: di questi solo seimila tornarono a casa dopo una lunga detenzione, durata per alcuni tredici anni. Dopo oltre cinque mesi di battaglie, il mattatoio contava più di un milione e mezzo tra morti e feriti, dall’una e l’altra parte. Dei settantasette soldati italiani che avevano partecipato all’assedio se ne salvarono soltanto due. Con la sconfitta di Hitler e dei suoi eserciti nella battaglia di Stalingrado, ebbe finalmente inizio il cruento tracollo del Terzo Reich.

Remo Ceserani-Danilo Mainardi

Remo Ceserani ha insegnato Letterature comparate nell’Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato tra l’altro «Il fantastico» (1996), «Il testo poetico» (2005), «Il testo narrativo» (con A. Bernardelli, 2005), «La letteratura nell’età globale» (con G. Benvenuti, 2012).

Danilo Mainardi è professore emerito all’Università Ca’ Foscari di Venezia e direttore della Scuola internazionale di Etologia del Centro E. Majorana di Erice. Tra i suoi libri: «L’animale culturale» (Rizzoli, 1975), «L’animale irrazionale» (Mondadori, 2001), «Nella mente degli animali» (Cairo, 2006). Collabora con «Superquark» (Rai1) e scrive sul «Corriere della Sera».

“L’uomo,  libri e altri animali” (ed. Il Mulino, 2013)

Dialogo tra un etologo e un letterato. La storia: due compagni di scuola si ritrovano dopo molti anni. Divenuti nel frattempo noti studiosi – l’uno di animali, l’altro di letteratura – scoprono il piacere di divagare assieme sui rispettivi interessi, per trovarvi analogie e differenze ma anche uno stesso sentire. Ne nasce un dialogo vivace, che tocca temi assai diversi ma con un comune denominatore: il confronto fra mondo animale, mondo dell’uomo e universo letterario. Vi si parla di metamorfosi e travestimenti (da Ovidio agli occhi sulle ali delle farfalle); di delfini che si chiamano per nome, dei baci delle scimmie, dei colombi e di mille personaggi romanzeschi; dei sogni di cani e gatti, ma anche di quelli di Calvino e Jack London; di tanti altri comportamenti che accomunano l’uomo agli altri animali e che trovano riflesso nella letteratura di ogni tempo.

Daniela Quieti

E’ nata e vive a Pescara. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, specializzata presso l’Istituto Italo- Africano, è giornalista pubblicista. Dirige la collana “Campi Magnetici” per le Edizioni Tracce e fa parte di giurie di prestigiosi concorsi tra cui il Premio Internazionale di Narrativa Città di Penna-Mosca. Ha pubblicato i libri di poesia I colori del parco (2007), Cerco un pensiero (2008), Uno squarcio di sogno (2010), L’ultima fuga (2011), e le raccolte di racconti Altri tempi (2009) ed Echi di riti e miti (2010).

“Francis Bacon. La visione del futuro” (ed. Tracce 2012)

La scienza è potere: e questo Daniela Quieti ci illustra dalle pagine di Bacon con molta padronanza della materia e con chiara affabulazione. La collana di saggistica che l’editrice Tracce inaugura con questo volume dedicato a Francesco Bacone, una delle figure-guida della ricerca non soltanto scientifica, bensì dell’intero universo del creativo, si propone come esigenza fondamentale l’indagine, la percezione, la possibilità di offrire all’uomo del nostro tempo ulteriori momenti di reperimento al vivo di un passato che si proietti nel presente, in virtù della forza e del vigore di protagonisti, o di idee di fondo, in grado di fornire una sorta di identificazione culturale non fine a se stessa, bensì capace di individuare nuovi potenziali di vita e di pensiero.

Il saggio di Daniela Quieti, un viaggio della conoscenza all’interno di un personaggio essenziale non solo nel novero della ricerca scientifica, ma di ogni angolazione e di ogni recesso dell’umana ricerca, si prospetta come essenziale per intendere la portata della rivoluzione scientifica, fra il ‘500 e il ‘600, di cui Bacon fu protagonista.