PROXIMA RES presenta BRUGOLE di Lisa Nur Sultan

PROXIMA RES presenta

BRUGOLE

di Lisa Nur Sultan

regia Emiliano Masala e Lisa Nur Sultan

con Elisa Lucarelli, Leonardo Maddalena, Emiliano Masala

Disegno luci Carmine Pierri

Collaborazione alla scenografia Chiara Crosti

Costumi Vincenzo Cucchiara

Progetto video Francesco Lagi e Danilo Torre

Foto di scena Brunella Giolivo / Luca Preziosa

Assistente alla regia Francesco Panachia

Produzione Nuovo Teatro Nuovo/Nuove Sensibilità con il sostegno di ETI e Proxima Res

Distribuzione Michela Cavaterra / Proxima Res

Spettacolo vincitore premio Nuove Sensibilità 2008/2009

Vincitore del Premio Eceplast alla ricerca drammaturgica / Festival Troia Teatro 2010

Vincitore del Premio Girulà 2010 come “Miglior Testo”

Menzione Speciale al Bando Storie di Lavoro 2011

Brugole è un girare a vuoto

Un infinito montare e smontare

Parla di nuovi inizi

Continui

Delle altre possibilità

Delle tante opportunità

Dell’ansia

lacerante

di non saperle cogliere.

Per colpa nostra.

E’ colpa nostra

Se non cogliamo l’attimo

E’ colpa nostra

Se non sappiamo la risposta.

PRESENTAZIONE

Inventate da Egidio Brugola nel 1924 e destinate a un successo planetario, le brugole sono chiavi a sezione esagonale dalla caratteristica forma a L, utilizzate per stringere e allentare viti.

E vite, a quanto pare…

Brugole nasce da una riflessione sulle costrizioni invisibili di cui siamo vittime: i divieti interiorizzati, gli imperativi acriticamente accettati, la fede nelle scelte della massa.

Racconta un mondo che gira a vuoto, un infinito smontare e rimontare pezzi senza più alcuna progettualità, nonostante l’impressione di estrema razionalità: si monta, si smonta ma non si costruisce più nulla. È l’epitaffio dell’homo economicus, che si rivela in tutta la sua triste inconsapevolezza: preoccupato di stare al passo, di non lasciarsi sfuggire le occasioni – che sono sempre altre e sempre di più – ha come unico modo per sopravvivere all’angoscia, inventarsi scadenze e piccole emergenze. Nuove urgenze. Per sottostare alla “tirannia dell’istante”, dove il carpe diem ha sostituito il memento mori. Ma non fa meno paura.

Per questo abbiamo legato i nostri protagonisti a un’azione concreta, snervante, faticosa ma gioiosa come montare un mobile. Montarlo come oggi si monta la propria vita, senza un progetto preciso, cambiandole forma per evitare di darle un senso definitivo. Per evitare di vederne la fine.

In scena, trappola e destino dei due protagonisti, lei: 7 assi, 54 viti e 2 brugole.

E infinite possibilità.

NOTE DI REGIA

Non ci interessava parlare –per l’ennesima volta- di precariato. Né tantomeno denunciare qualcosa che sta da dieci anni sotto gli occhi di tutti e che non ha prospettive di essere modificata.

Volevamo fare un passo oltre, raccontare come il precariato ci abbia ormai cambiato, si sia infilato sotto la nostra pelle e abbia modificato il modo di pensare di una società. E’ già stato acquisito, siamo già nella fase di adattamento. E’ cambiato l’orizzonte con cui si guarda il mondo –diventato di brevissimo periodo-, sono cambiati i valori –resta il guscio cattolico dei valori umanistici ma è riempito di valori efficientistici, quasi calvinisti- ed è cambiato anche il linguaggio.

Tutto questo però, a dispetto di un ideale iper-razionale, senza la minima presa di coscienza.

Questo ci interessava: indagare lo scarto tra la pretesa di essere quanto più lucidi e razionali nella quotidianità e il macroscopico offuscamento con cui perdiamo di vista il senso dell’insieme.

Per questo abbiamo voluto che l’azione del “brugolare” fosse lo sfondo dell’intera rappresentazione, un’azione che sconfessa un testo apparentemente compiacente ed empatico verso i personaggi. E’ proprio nell’azione che si esprime la nostra condanna verso di loro, colpevoli di debolezza. Colpevoli di fiducia verso i maestri, fiducia verso i genitori, fiducia verso i preti. Fiducia verso il buon senso comune. E questa è una colpa.

Come non c’è assoluzione per chi ignora la legge, non ce n’è per chi ignora il dubbio. Non ce n’è per chi cerca di difendere lo stesso sistema che lo sta stritolando. Marta e Giulio sono vittime, questo sicuro, ma solo perché non riescono (ancora) a diventare carnefici.

NOTE DI DRAMMATURGIA

Brugole è un dialogo serrato tra i due protagonisti, un continuo rimbalzarsi la palla di un discorso apparentemente lucido e concreto, che solo visto nel suo insieme rivela la sua sconclusionatezza. E’ un eterno citare, riportare, “quotare” banalità e luoghi comuni, a volte talmente abusati da aver perso il significato originario, credibili ormai solo fuori contesto.

Il linguaggio è povero, colloquiale, fatto per gente che va di fretta e che ha perso il gusto della parola. E’ più importante “agganciare” una frase all’altra, un discorso all’altro, che soffermarsi sui contenuti. Perché il silenzio è il vero incubo, un silenzio che rischierebbe di far vedere il baratro, un silenzio che va coperto coi rumori dell’azione. A testa bassa, senza guardarsi negli occhi. Sopportare e ripartire da quello che si sa fare meglio: iniziare i discorsi.

Un dialogo fatto di inizi di frasi, di tentativi abortiti di dire qualcosa senza avere niente da dire.

CURRICULUM

Emiliano Masala. Laureato in Lettere moderne, si diploma nel 2003 alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e nel 2006 partecipa al progetto Ecole des Maitres. Lavora in teatro tra gli altri con: Ronconi, Avogadro, Rifici, Latella, Ferlazzo Natoli, Binasco.

Nel 2008 vince il Premio Ubu come Miglior Attore Rivelazione.

Lisa Nur Sultan. Laureata in Economia, oltre che autrice teatrale è sceneggiatrice di cinema e televisione. Nel 2012 ha lavorato come autrice per The Show Must Go Off, programma di Serena Dandini per La7, dove scriveva la striscia satirica “I Serissimi” (interpretati da Emiliano Masala, Elisa Lucarelli, Leonardo Maddalena e Caterina Carpio).

Scrive su Orwell, inserto culturale del quotidiano Pubblico, diretto da Christian Raimo.

Elisa Lucarelli. Diplomatasi nel 2003 alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, ha lavorato con Ronconi, Castri, Plini, Rifici, Avogadro, Le Moli, Sepe, Ferlazzo Natoli.

Leonardo Maddalena. Diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 2004, ha partecipato al Corso di Perfezionamento del Centro Teatrale di Santacristina di Luca Ronconi. Ha lavorato con Pierpaolo Sepe, Rodrigo Pardo, Francesco Lagi, Claudio Cupellini, Susanna Nicchiarelli, Pappi Corsicato, Renato Chiocca, Marco Turco, Saverio Costanzo, Nanni Moretti.

RASSEGNA STAMPA  2009/2011

(per il 2012 vedi allegato)

“Coreografia di corpi e assi piena di energia, un meccanismo teatrale ironico, intelligente, carico di un’amara comicità sempre travolgente, bravissimi i protagonisti, Leonardo Maddalena e Elisa Lucarelli, capaci di condensare con speciale leggerezza un’infinità di problemi, senza mai tradirli, lasciandoli sospesi nell’aria, irrisolti per i personaggi e, s’immagina, per tanti spettatori. Perché non paiono esistere “Brugole” –così il titolo di questo prezioso testo di Lisa Nur Sultan che firma la regia con Emiliano Masala – capaci di mettere a posto la vita come si può fare con un mobile. Tutto, in questo spettacolo colto, ilare, delizioso, scorre veloce, con movimenti coordinati, scansioni precise, mentre il dialogo attraversa una miriade di questioni in una superficialità solo apparente. (..) In un’atmosfera che, nella vaga follia, continua a raccontare, giocosamente, malinconicamente, la nostra contemporaneità.” Valeria Ottolenghi, Gazzetta di Parma

“E’ un’encomiabile macchina scenica. Modello arte povera. Un congegno ad orologeria perfetto. Un meccanismo ad incastro non solo di parole puntuali e ben costruite, ma anche di tecnica di avvitamenti, di montaggio e smontaggio. Che offre infinite possibilità. (…)Brugole è il titolo di questo spettacolo nell’arguta e sorprendente scrittura scenica di Lisa Nur Sultan che ne cura anche la regia insieme ad Emiliano Masala. (…) Nella frenesia di un illusorio riempimento della vita, con quelle brugole in mano sempre in azione, si dialoga a raffica. Ci si racconta, si fanno domande cui prontamente l’altro risponde, ci si nega, si litiga, si balla, si urla, si ride. Ma il loro è solo un girare a vuoto, una supplire ad una mancata progettualità di vita, ad una precarietà non solo lavorativa ma esistenziale che l’autrice sa raccontare con umorismo e leggerezza, senza la pesantezza di un argomento oggi realisticamente e drammaticamente serio. E sono impeccabili, nella manualità frenetica ed espressiva, i due giovani attori Elisa Lucarelli e Leonardo Maddalena a formulare opportunità, sogni ad occhi aperti, ansie, espressi in quella trappola scenica che essi stessi si costruiscono incapaci di uscirne fuori”  Giuseppe Di Stefano

“Quando ci si trova di fronte ad una scrittura così immediata, pungente e ironica nella sua semplicità, come quella di Lisa Nur Sultan, è impossibile non farsi coinvolgere. Il testo si costruisce attraverso un dialogo serrato, apparentemente confuso, che sfiora l’assurdo beckettiano: botta e risposta lucidi che condensano in sessanta minuti le ansie di una vita” Il tamburo di Kattrin

“Brugole di Lisa Nur Sultan e Emiliano Masala, prodotto dal Nuovo Teatro Nuovo, un gioco di azioni e parole con la precisione degli scacchi, montando e disfacendo all’infinito una libreria rossa, che è giaciglio, panchina, rifugio, altalena, per le celie dei bravi protagonisti Elisa Lucarelli, Leonardo Maddalena, Emiliano Masala, costretti dalle incertezze di un lavoro fluttuante alle piroette  di un teatro danza in cui il movimento è tanto espressivo quanto il dialogo, sempre sorprendente e sorridente.” Inscena online

“Sono proprio i protagonisti, Elisa Lucarelli e Leonardo Maddalena, a sostenere impeccabilmente, sia fisicamente che metaforicamente, il ritmo del testo. Giusto equilibrio tra i due, i quali mostrano oltre che una grande preparazione artistica, una splendida preparazione atletica: iniziano e concludono lo spettacolo col fardello di assi, viti e brugole che, a loro piacimento, diventano libreria, letto, tavolo, pensilina, rifugio… (…) Una rappresentazione senz’altro ben strutturata e gradevolissima.” Oltrecultura

“L’intero spettacolo ha il pregio di correre via facilmente con una leggerezza davvero incisiva, che tuttavia non perde mai in eleganza e mai cede alla trivialità; l’uso della scena a fini drammaturgici è però forse il dato che più colpisce, dove si nota maggiormente la compromissione delle intelligenze, di una qualità troppo spesso in disarmo come la fantasia, di nuove e sempre dense soluzioni. Garbo e stile ne sono elementi cardine, dunque, e un ritmo furente, cui come detto avrebbe giovato forse qualche pausa. I due attori si scambiano grande energia e mostrano una sintonia puntuta, Leonardo Maddalena ha una versatilità davvero convincente, Elisa Lucarelli una vitalità esplosiva che non può non contagiare.”  Simone Nebbia, teatroecritica

“Amaro, pur nella sua apparente comicità a tratti. (…) Lo spettacolo scivola leggero, fa ridere il pubblico, ma ad un’attenta osservazione la recitazione spezzata, il cambio di argomento repentino, i gesti e i movimenti degli attori che si intersecano con gli oggetti creati, lo smontare e il rimontare i pezzi per trasformare la libreria in letto, tavolo, panchina, cabina telefonica, tutto questo crea un’angoscia sotterranea che emerge nello spettatore solo all’uscita dal teatro. Ci rendiamo conto di aver riso di noi stessi; ci aspetteremmo che i personaggi, fuori dal palco, ci chiedessero dispiaciuti: “perché ridi?”. Dramma.it