Abruzzo

Abruzzo. Fosso Vallelunga a Pescara, il WWF presenta un dossier con 13 proposte concrete per la salvaguardia e valorizzazione dell’area e il recupero dal degrado.

Fosso Vallelunga a Pescara, il WWF presenta un dossier con 13 proposte concrete per la salvaguardia e valorizzazione dell’area e il recupero dal degrado.

Un controsenso agire sulla vegetazione spontanea che ha funzione di fitodepurazione, sono i problemi degli scarichi a creare criticità per al qualità delle acque del mare.

Il WWF diffonde un dossier sullo stato del Fossa Vallelunga con 13 proposte concrete per salvaguardare alcune peculiarità naturalistiche dell’area e recuperarla dal degrado. Domani il documento sarà presentato alla riunione promossa dall’Assessore comunale Del Trecco.

L’associazione ha in primo luogo monitorato la zona con i suoi attivisti, in particolare Mario Cipollone, che ha curato la stesura del dossier in collaborazione con Augusto De Sanctis e Chiara Rizzi, confermando la presenza di alcune specie vegetali e faunistiche di pregio e protette che nonostante tutto popolano ancora quel luogo della città. Tra queste la Lenticchia d’Acqua e la Salcerella per le piante e il Fratino e il Rospo smeraldino tra gli animali.

Il fosso Vallelunga, pur fortemente antropizzato, conserva quindi alcuni elementi di peculiarità ambientali da tutelare in ambito urbano ma, soprattutto, continua a svolgere un ruolo fondamentale da un punto di vista ecologico.

Infatti, la presenza di una vegetazione spontanea, anche sommersa, composta da specie autoctone mitiga i gravi problemi collegati agli scarichi fognari incontrollati attraverso un’azione di vera e propria fitodepurazione. Inoltre la foce del Vallelunga è molto importante per la riproduzione di diverse specie di pesci. La stessa vegetazione dunale residua potrebbe avere un ruolo importante nella difesa della spiaggia dall’erosione.

Il WWF con questo dossier vuole contribuire concretamente con una vera e propria scheda progetto al superamento di alcune criticità ambientali che riguardano l’area, non solo dal punto di vista degli scarichi. La proposta prevede il mantenimento della vegetazione spontanea e l’asportazione periodica a mano delle alghe filamentose che proliferano anche a causa della cementificazione e dell’assenza di piante arboree sulle sponde che con l’ombra limitano la crescita delle alghe. Per limitare la presenza delle zanzare si può ricorrere alla lotta biologica come accade in tante parti d’Italia.

Ovviamente, bisogna in primis intervenire sulla qualità degli scarichi con problemi che si ripresentano periodicamente. Contestualmente si può predisporre una sistemazione dell’area della foce con passerelle, cartellonistica didattica (anche a mo’ di leggìo sul ponte del lungomare) e un ponticello per far attraversare il corso d’acqua dai fruitori della spiaggia. Anche il contesto urbano dovrebbe essere reso più gradevole con nuovo arredo urbano e, magari, interventi di street art su lampioni, balaustre e asfalto. In prospettiva, nel medio e lungo termine, il vero obiettivo è quello di rivitalizzare le sponde togliendo il cemento che in larga parte ha creato i problemi lamentati dai residenti.

Il dossier è scaricabile dal link:https://www.wetransfer.com/downloads/3f55f7c013611b35f6f3ccff5a0237a120130506090843/48b3f45d8f725a84fa631e458417414220130506090843/163305

Info: 3683188739

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