Italia

Italia. ANPAR: piu’ che “saggi facilitatori” ci vogliono “imparziali mediatori”

Illustrissimo Signor Presidente,
l’ANPAR, unica associazione regolamentata ai sensi dell’art. 26 del D.Lsg 206/2007 e dell’art. 15 comma 2 della direttiva 2005/36/CE, che raccoglie i mediatori (più di mille iscritti presenti sull’intero territorio nazionale) ha molto apprezzato i  tentativi che Ella ha messo in essere al fine di dotare il Paese di una valida legge elettorale.  I dieci saggi rappresentano sicuramente un buon modo per cercare di superare lo stallo politico attuale ma sfortunatamente e nonostante la indubbia qualita’ professionale esiste un limite oggettivo al loro operato che a noi mediatori appare evidente.

Consapevolmente o inconsapevolmente i partiti politici che dovranno votare la proposta dei saggi saranno sempre condizionati dai propri calcoli elettorali e in ogni tentativo di mediazione ognuno fara’ pesare i propri interessi puntando  piu’ a boicottare il successo del concorrente piuttosto che dare una buona legge al Paese.

Nel migliore dei casi  dalla mediazione operata dai saggi uscira’ qualcosa di utile ,forse, ai partiti  ma difficilmente adatto alle esigenze del Paese.

L’Anpar ritiene che in questo caso l’unico modo per uscirne bene sia adattare alle peculiarita’ del problema  un vecchio trucco dei mediatori:
quando si deve dividere un insieme di beni di difficile valutazione si chiede ad uno degli aventi diritto di fare le parti con la condizione che sara’ l’ultimo a scegliere. In questo modo ovviamente chi fa le parti avra’ tutto l’interesse a farle di pari valore.

Poiche’ la legge elettorale deve servire al popolo italiano e non ai partiti allora si puo’ stabilire una data entro la quale, ogni parlamentare o gruppo, presenti una propria ipotesi di legge elettorale e le tre proposte maggiormente votate in aula, (permettendo cosi’ ai i tre blocchi parlamentari di maggiore consistenza di poter  presentare ognuno la propria ipotesi), verranno successivamente  prospettate agli italiani che sceglieranno la preferita tramite referendum consultivo, (anche se non si tratta di uno strumento previsto dal nostro ordinamento non e’ certo vietato e se c’e’ la volonta’ politica si puo’ prevedere di usarlo in questo caso specifico).

Con la spada di Damocle del referendum  i partiti saranno maggiormente motivati a non tirare troppo la corda per evitare che la loro proposta venga valutata scadente dagli elettori e per questo cercheranno di non esagerare con la tutela dei propri interessi come invece farebbero in caso di trattativa tra partiti.
Nella speranza di essere stati utili al Paese e per il solo spirito di servizio che ha sempre ispirato la nostra associazione ci Onoriamo di porgere alla sua persona e ai suoi preziosi collaboratori i nostri piu’ sinceri saluti e auguri di buon lavoro nell’interesse del Popolo Italiano.
Firmato posta PEC il presidente
Dott. Giovanni Pecoraro

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