UNA PROPOSTA OSCENA

Volti nuovi invadono il Parlamento, accedono ai canali d’informazione e grazie a questi ultimi, scopriamo i loro pensieri. La giornata di ieri è stata importantissima, per nulla determinante, ma fondamentale per la nascita delle prime cariche istituzionali del parlamento che verrà. Laura Bordini, candidata Sel è stata nominata Presidente della Camera dei Deputati con 327 su 618 voti. Laura Bordini, un po’ toscana, un po’ marchigiana, ex giornalista  Rai per tanti anni si è distinta grazie ai suoi numerosi impegni internazionali per conto dell’ONU. Laura è la terza donna a ricoprire l’autorevole ruolo istituzionale dopo l’intramontabile Nilde Jotti ed Irene Pivetti eletta nel 1994, quando militava nella Lega Nord. Oggi della Pivetti ricordiamo che è stata assessore comunale sia a Berceto (PR), sia a Reggio Calabria. Ma torniamo al nuovo che avanza. Alcuni dicono che la nomina della Bordini sia dopo tante sconfitte di fila, una prima vittoria di Bersani nei confronti di chi avrebbe costantemente messo in dubbio le capacità del leader di rinnovarsi di rinnovare l’immagine di un Pd ormai da tempo con l’etichetta scaduta. In tutti i casi Laura vince, stravince la sua fama del passato, dominano le sue idee del presente, trionfano le sue parole al primo discorso alla Camera:  “gli ultimi delle scale sociali”. Parla di “esodati”, e di tutte le gravità sociali del momento, ma soprattutto di una politica pulita in nome dei nostri figli. Altra novità giunge nel pomeriggio dal Senato. Vince l’ex Procuratore Antimafia, il candidato Pd Piero Grasso. A Palazzo Madama, in realtà, il risultato è stato in bilico, tra Schifani e Grasso, fino all’ultimo. La trattativa della coalizione di centrodestra con la Lista Civica di Monti, si è conclusa, poco prima delle votazioni, con un nulla di fatto stracolmo dei noti interressi giudiziari del solito Berlusconi, travestito per l’importante occasione, da 007 libanese con tanto di occhiali scuri. In definitiva il vertice pidiellino teme di essere privato d’importanti futuri poteri costituzionali, al Pdl è necessario un Presidente della Repubblica di centrodestra, perciò chiede ai montiani i voti per Schifani. Monti in cambio pretende una richiesta impossibile da esaudire, la nomination al Quirinale. Berlusconi vuole un Capo dello Stato, di garanzia, in grado di bloccare la magistratura ed evitare a suo dire, “l’occupazione militare” della sinistra di tutte le cariche istituzionali. Ai Senatori 5S, non sfugge questo mercato delle solite, scontate vacche, oggi magre e decidono d’assestare il primo colpo d’apriscatole. Indirizzano parte dei loro voti al Senatore Piero Grasso, il quale alle 19 diventa il nuovo Presidente di Palazzo Madama in questa diciassettesima legislatura. Gasparri (PDL), commenta così: “ i montiani hanno proposto a noi cose oscene”. Ovviamente questa affermazione trascina il 75% dei votanti italiani nel panico. Un Pdl che non commissiona, ma a suo dire, riceve una proposta politicamente oscena, in realtà, non s’era mai visto, né sentito, neanche nel paese delle meraviglie di croziana memoria.

Giovanni Lafirenze