Abruzzo

Abruzzo. Credito alle imprese, mai così male negli ultimi dieci anni

Credito alle imprese, mai così male negli ultimi dieci anni

Tra gennaio e settembre 2012 flessione di 525 milioni, giù Pescarese, industria, artigianato, mutui casa

PESCARA –  Nei primi nove mesi del 2012 il credito, in Abruzzo, ha subito una restrizione di 503 milioni di euro, realizzando il peggior risultato degli ultimi 10 anni. E a segnare il passo, stavolta, dopo aver garantito per anni ossigeno al sistema produttivo, sono state soprattutto le piccole banche, con il territorio pescarese in condizioni di particolare sofferenza e tassi di interesse che volano. Lo dice uno studio realizzato da Aldo Ronci per la Cna abruzzese, secondo cui a fare le spese di una così massiccia restrizione del credito sono state esclusivamente le imprese, alle quali sono stati erogati 525 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente; insomma, se non ci fosse stato un lieve incremento del credito concesso alle famiglie consumatrici (+22 milioni), il risultato sarebbe stato ancor più disastroso.

Le piccole banche – illustra così lo studio – hanno ridotto il credito di ben 372 milioni di euro; le restanti, ovvero quelle di maggiori dimensioni, di 131. Tuttavia, in valore percentuale, il decremento del credito concesso dalle piccole banche, in Abruzzo, è stato del 2,87% contro il 5,47% nazionale: «Nella nostra regione – spiega Ronci – i piccoli istituti hanno erogato il 52% del credito totale, a fronte del 22% nazionale. Insomma, si è evitata una flessione di gran lunga superiore a quella che si sarebbe realizzata se i piccoli istituti avessero tenuto la stessa media nazionale (-5,47%): ci saremmo trovati di fronte a un vero e proprio salasso, perché la flessione sarebbe stata di 709 milioni rispetto a 372».

Tra i territori, come detto, la provincia di Pescara è quella che ha manifestato i dati più allarmanti: -222 milioni di euro, con Teramo (-136), Chieti (-106) e L’Aquila (-39) attestate su quote più modeste. Tra i settori produttivi, il solo a ottenere un incremento è stato quello dei servizi (+49 milioni), mentre l’industria ha subito una flessione molto pesante (-321 milioni), al pari di famiglie produttrici (artigianato, ndr) ed edilizia, che hanno subito un decremento rispettivamente di 141 e 118 milioni.

Male anche il capitolo relativo a tassi di interesse e “sofferenze”, ovvero i crediti che le banche non riescono più a incassare dai propri clienti. Nel primo caso, il sistema bancario abruzzese ha erogato finanziamenti con un tasso medio di interesse dell’8,9%, a fronte di una media nazionale del 6,73%, e dunque con uno spread di ben 2,23 punti percentuali. Da parte loro, invece, le “sofferenze”, nei primi nove mesi del 2012, hanno registrato un lieve incremento (64 milioni di euro); valore molto più basso rispetto a quelli degli anni precedenti, ma comunque alto se si considera il rapporto tra sofferenze ed impieghi (9,25% contro il 6,93% nazionale).

Quanto ai pochi dati positivi, è stato il credito alle famiglie consumatrici a far segnare un incremento di 22 milioni, frutto però della somma tra acquisto di abitazione (in picchiata: -713 milioni) e consistente incremento del credito per “altri acquisti” (+735). I depositi e il risparmio postale, infine: rispetto ai primi nove mesi 2011, hanno realizzato un’inversione di tendenza, passando da un decremento di 180 milioni ad un incremento di 966. 1.segue

11/3/2013

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