Teramo. proseguono gli appuntamenti della XII edizione del Salotto Culturale, con il ciclo di incontri Il Sud Letterario.

Lunedì  04.02.2013 ore 17,45  presso la Sala “Prospettiva Persona” (in Via N. Palma, 33 – Teramo) proseguono gli appuntamenti della XII edizione del Salotto Culturale, con il ciclo di incontri Il Sud Letterario.

La professoressa Modesta Corda introdurrà la figura e l’opera di Giovanni Verga.

Approfondimento

GIOVANNI VERGA  (1840-1922)

Nasce a Catania nel 1840 da una famiglia di agiati proprietari terrieri. Trascorre i primi anni in Sicilia, scrivendo assai presto tre romanzi storici, che risultano però poco significativi e alquanto influenzati dallo scrittore francese Alessandro Dumas. Nel ’58 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza, ma presto l’abbandona per dedicarsi completamente alla letteratura. Tra il ’60 e il ’64, dopo aver prestato servizio nella Guardia nazionale al tempo dell’impresa garibaldina in Sicilia, si dedica al giornalismo politico-patriottico, dirigendo alcuni periodici che però ebbero vita breve.

Fra il ’65 e il ’71 vive a Firenze, in quegli anni capitale d’Italia, dove ebbe i primi contatti letterari e dove pubblicò con successo due romanzi: Una peccatrice (1866) e Storia d’una capinera (1871). Nel primo si narra l’amore di una nobildonna con un giovane scrittore, il quale, dopo aver suscitato nell’amante una passione intensa e tormentosa, la trascura spingendola al suicidio. Nel secondo si narra la storia di una ragazza, costretta dalla matrigna a farsi novizia. Tornata per breve tempo a casa in seguito a un’epidemia di colera, la ragazza s’innamora del fidanzato della sorellastra. Ma la famiglia la obbliga a ritornare in convento e a prendere i voti definitivamente. La ragazza muore pazza.

Questi due romanzi sono il prodotto di una sensibilità tardo-romantica (l’amore passionale e travolgente che porta alla disperazione o alla morte), ma, soprattutto il secondo, presentano anche uno studio dell’ambiente ben documentato, la ricerca della verità e dell’efficacia sociale o pedagogica del loro contenuto. Il Verga mira qui a trasferire nei protagonisti dei romanzi i suoi stessi stati d’animo e sentimenti (di qui il loro valore autobiografico). Le avventure, benché non vissute ma immaginate, vengono descritte con lo scopo di criticare la falsità e l’immoralità della società borghese e aristocratica (specie quella elevata) contemporanea allo stesso scrittore. In particolare al Verga non piace la concezione borghese individualistica e raffinata che cerca nell’amore passionale un diversivo per sfuggire alla noia della vita quotidiana.

Dal ’72 al ’93 Verga visse a Milano, dove fu in stretto contatto con gli ambienti letterari che facevano allora di Milano la città più viva d’Italia (si pensi p.es. al fenomeno della Scapigliatura, che contestava su posizioni bohémienne il falso pudore borghese e l’aristocratico rigore della lingua letteraria tradizionale).

A Milano Verga stringe amicizia con Luigi Capuana, che è il teorico del Verismo italiano.

Fonte: http://www.parodos.it