Teramo. XII edizione delSalotto Culturale, con il ciclo, curato da Lucia Pompei, I sogni purpurei di Woody.

Lunedì  28.01.2013 ore 17,45  presso la Sala “Prospettiva Persona” (in Via N. Palma, 33 – Teramo) proseguono gli appuntamenti della XII edizione delSalotto Culturale, con il ciclo, curato da Lucia Pompei, I sogni purpurei di Woody.

Argomento dell’incontro è il film  La rosa purpurea del Cairo (The Purple Rose of Cairo), un film del 1985, diretto da Woody Allen ed interpretato, fra gli altri, da Mia Farrow, Jeff Daniels e Danny Aiello.

Trama:

Negli anni della grande depressione, Cecilia, appassionata di cinema e alle prese con un marito dispotico e fannullone (Danny Aiello), vede e rivede più volte, al cinema Jeweldella cittadina di provincia del New Jersey in cui abita, il film La rosa purpurea del Cairo, fino al punto che il personaggio del protagonista Tom, accortosi dell’assiduità della spettatrice («perbacco, deve piacerti molto questo film!») esce materialmente dalla pellicola prendendo vita autonoma nel mondo reale e ricambiando la passione di Cecilia per se stesso. I due fuggono insieme. Tutte le copie del film subiscono la stessa sorte, restando ferme per l’assenza del protagonista, portando la distribuzione del film al collasso.

Gil, l’attore che interpreta Tom, pressato dalla casa cinematografica e preoccupato per i risvolti negativi sulla propria carriera, deve ripristinare il normale ordine delle cose, prima incontrando il suo doppio e poi ingannando Cecilia, giocando sulla inevitabile somiglianza e facendole false promesse, per poi scomparire una volta ottenuto il suo scopo.

Approfondimento:

Con questo lavoro di indubbia qualità Woody Allen sembra volersi interrogare sul potere che il cinema ha, sulla sua forza di coinvolgere lo spettatore e di prolungare nella vita reale la suggestione di cui è portatore; il film ruota difatti intorno agli aspetti più introspettivi del cinema, quelli costituiti dai più gelosi segreti mediatici.

Allen ha l’ardire di volere svelare questi segreti, mettendo in campo ciò che lui stesso ha appreso nel cinema con la sua esperienza.

Il regista americano prende di mira con stile e raffinata cautela il desiderio chiave che compone il cinema, quello che mette in moto nello spettatore e nell’attore i più semplici meccanismi di identificazione e proiezione.