Teramo e Provincia

Teramo. CGIL e CISL: le scriventi OO.SS. diffidano la Provincia ad attingere a long list o a personale interinale o a fare nuove selezioni.

Come già annunciato dalla FP CGIL e dalla CISL di Teramo, oltre alla ingiustificata espulsione dei 110 lavoratori della Teramo lavoro dal mercato del lavoro, si aggiunge l’impossibilità per la Provincia stessa di continuare a garantire i servizi alla cittadinanza.

Nonostante l’abnegazione dei dipendenti a tempo indeterminato coinvolti nella gestione delle pratiche dei centri per l’impiego e degli altri servizi, sono ovviamente troppo pochi per garantire tutte le attività gestite finora dai 110 lavoratori della Teramo Lavoro.

Ad esclusione delle pratiche di disoccupazione, tutte le atre attività sono paralizzate. Il Presidente annuncia in tv che ricorrerà alla long list, di nuove assunzioni e da voci di corridoio giungono notizie sull’approssimarsi della liquidazione di Teramo Lavoro srl.

L’Amministrazione provinciale sta scaricando la Teramo lavoro srl? Le scriventi organizzazioni sindacali se ne infischiano, ma prima devono onorare gli impegni economici con i lavoratori: stipendi arretrati, TFR, pagamento delle ferie non godute…

Se la volontà dell’Amministrazione fosse realmente questa, queste organizzazioni sindacali ritengono ci siano soluzioni alternative: reinternalizzare i servizi all’impiego e, conseguentemente i 67 lavoratori, riassorbire gli altri 43 adibiti ai servizi propri dell’Ente nell’altra società in house della Provincia, la AGENA.

I fondi necessari, come noto, ci sono e sono stati già stanziati 800mila euro dalla Regione Abruzzo con delibera del 27 dicembre 2012 destinati ai centri per l’impiego della provincia teramana e 200mln di euro che la legge di stabilità riassegna alle province.

Le scriventi OO.SS. diffidano la Provincia ad attingere a long list o a personale interinale o a fare nuove selezioni.

Qualche dato su cui il Presidente della Provincia e la sua Giunta dovrebbero riflettere:

q       6 mesi di Teramo Lavoro costano 840mila euro e 9 mln sono le entrate complessive annue

q       600 mila euro sono stati rimandati indietro dall’assessorato provinciale al lavoro per l’impossibilità di portare avanti le attività in mancanza dei lavoratori e delle lavoratrici

q       l’attivazione, tra novembre 2012 e gennaio 2013, di 9 contratti di lavoro in Provincia nei settori in vari settori e le partite IVA attivate nello scorso anno al Genio Civile

q       il non utilizzo delle risorse legate ai Piani di Assistenza Individualizzati – 800mila euro – non vincolate e, quindi, destinabili al pagamento di una parte delle ore non retribuibili dal fondo stanziato dalla Regione Abruzzo

q       ogni giorno, la Provincia perde soldi ed è lontana dai cittadini. Nessuna risposta ai cittadini e alle ditte infatti che, per esempio, volessero rateizzare le cartelle esattoriali in un momento di crisi come quello attuale

La FP CGIL e la Fisascat CISL di Teramo, per quanto sopra esposto, metteranno in campo tutte le azioni utili per garantire i livelli occupazionali, i servizi alla cittadinanza e il pagamento delle spettanze dovute coinvolgendo anche le associazioni che hanno espresso vicinanza e solidarietà alla 110 famiglie.

Alla Regione Abruzzo si chiede di accelerare con estrema urgenza l’iter della firma del successivo accordo bilaterale tra provincia e Regione, ricordando a tutti che da esso dipende la riassunzione, a parità di orario di lavoro, delle decine di lavoratori perché permetterebbe il rilascio di ulteriori fondi destinati ai servizi all’impiego.

Le scriventi chiederanno, inoltre, nei prossimi giorni, un incontro urgente alla Procura della Repubblica di Teramo e alla Guardia di Finanza.

Nel frattempo, la FP CGIL e la Fisascat CISL di Teramo continueranno ad organizzare i lavoratori in presidi di protesta e azioni rivendicative, in ogni sede, a partire dal prossimo consiglio regionale che si terrà il prossimo 22 gennaio.

Le scriventi, in ultimo, evidenziano la totale “assenza” politica e amministrativa dell’Assessore Di Giacinto, uno che più di tutti, ha voluto la società in house per garantire i livelli occupazionali dei primi 90 lavoratori. Dov’è finito? Avrà qualcosa da dire ai lavoratori licenziati o il senso di responsabilità umana, civile e politica non è sufficiente nemmeno a fargli esprimere parole di solidarietà?

FP CGIL

Monia Pecorale

CISL FISASCAT

Fabio Benintendi

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