Chieti. Il presepe vivente 2013 a Chieti, si ricorderà per la confusione dell’allestimento.

Il presepe vivente 2013 a Chieti, si ricorderà per la confusione dell’allestimento.

I cittadini, i turisti, hanno camminato come le pecore, hanno seguito la folla senza sapere dove andavano e le scene che si presentavano.

Il comune non ha affisso manifesti né ha distribuito il programma. I 20mila euro di soldi pubblici stanziati per questo evento, dovrebbero far riflettere. L’associazione culturale Teate Nostra che da 18 anni realizza questo presepe, ha dovuto accettare una scelta fantasiosa proposta da un settore del comune. Quella di abbinare il presepe ai siti archeologici.

Il versante occidentale del centro storico di Chieti, scelto quasi sempre per realizzare il presepe vivente, offre più aspetti del paesaggio per questo avvenimento.

Palazzi, androni, cortili,osterie ed è più lungo.

Al percorso scelto quest’anno, il versante orientale del centro storico, molto breve e con particolari non collegati con un presepe, è stato

abbinato la visita dei siti archeologici che si trovano sull’ itinerario.

Il progetto doveva essere studiato da persone competenti, dovevano esserci esperti che illustravano i siti, invece non c’era nessuno… L’associazione Teate Nostra che ha competenza, non per altro perché ha sempre gestito lei il Presepe vivente, ha fatto presente questi problemi, ma non è stata ascoltata. Il risultato è stato deludente.

Per ridurre le spese, il primo anno il costo è stato di un milione…, 500 euro, un paio di anni fa, durante una conferenza stampa per illustrare l’evento, alcuni giornalisti avevano consigliato al comune di far gestire i grossi eventi da più associazioni, per evitare che potessero crearsi ricatti e prese di posizioni, come è successo, dall’unica associazione titolata.

Al comune è stato consigliato di confezionare gli abiti, specialmente quelli dei militari, che ogni anno, da 18 anni, vengono presi in affitto ed hanno un costo di diverse migliaia di euro…

Al comune è stato consigliato di realizzare la capanna della natività smontabile e rimontabile per evitare costi eccessivi a chi lo realizzava.

Al comune è stato consigliato di scegliere le danzatrici del ventre fra le tante scuole di ballo che ci sono in città ,così da evitare di dare denaro pubblico dei cittadini ad altri comuni….

Non è stato accettato niente. La spesa, è vero…è diminuita, ma ancora eccessiva per un evento“ da mettere in evidenza”.

Perché non si chiede a suor Vera D’Agostino, che realizza il presepe vivente in un quartiere collinoso della città, senza avere un euro di contributo dal comune e con circa 300 figuranti, come fa?

Dopo tanti anni trascorsi a scrivere notizie per evidenziare criticità della città, spesso con soluzioni a costo zero, con il menefreghismo di una città dormitorio, ribattezzata “ città della camomilla”,con il disinteresse dei cittadini, delle associazioni, della opposizione al consiglio comunale, con minacce di querele, offese, che ho ricevuto,non avendo mai avuto gradimento da un giornalismo servile della carta  stampata,  anche da parte di testate che hanno sempre sfruttato una virgola per attaccare,con “sommo gaudio” da chi preferisce non leggermi, preferisco dedicarmi ad un giornalismo più consono al mio carattere libero.

Scriverò reportage, recensioni, argomenti legati all’alimentazione, all’agricoltura, all’ambiente, al teritorio…

Luciano Pellegrini