Italia

La soluzione del sistema carcerario italiano non è quella auspicata dai digiuni di Pannella

Ap – Malagiustizia


La soluzione del sistema carcerario italiano

non è quella auspicata dai digiuni di Pannella

Se le carceri italiane sono sovraffollate, la soluzione non è un condono o una amnistia come da tempo sostiene il radicale Marco Pannella – che ha ripreso l’ennesimo sciopero della fame – ma adeguare le strutture carcerarie. Se vi sono tra i reclusi decine e decine di persone da tempo in attesa di giudizio, la soluzione non è “liberi tutti”, ché in breve – come è logico prevedere – vi sarebbe di nuovo un ingorgo giudiziario, ma mettere la Magistratura nelle condizioni di lavorare più agevolmente, assumendo nuovo personale, magari ridurre le ferie dei magistrati (un mese, come usufruiscono tutti i lavoratori, potrebbe essere sufficiente), e farli lavorare almeno sei ore al giorno per cinque giorni consecutivi.

I fondi per adeguare le strutture giudiziarie potrebbero essere reperiti tra gli ingenti capitali che vengono sottratti alle mafie, e alla malavita in genere.

Per quanto riguarda la edilizia carceraria la soluzione, facile facile, potrebbe essere a portata di mano, senza notevoli sforzi. Spieghiamo brevemente come:

Con l’abolizione del servizio militare obbligatorio si sono resi disponibili numerose caserme, di proprietà dello Stato, che potrebbero essere trasformate in campi di lavoro per reclusi, almeno per una parte di essi, poniamo i giovani sino ai 35 anni, magari responsabili di reati non efferati.

La società ha bisogni di artigiani, persone adibite a mestieri ormai inusuali: idraulici, falegnami, elettricisti, maniscalchi e quant’altro; con i campi di lavoro si potrebbe veramente operare un’azione di recupero e facilitare il reinserimento nella società stessa le persone una volta scontata la pena. Inoltre, durante la stessa detenzione nei campi di lavoro, potrebbero essere assunte commesse dal mondo estero e rendere così proficuo le attività, che potrebbe consentire loro di aiutare la famiglia che ne avesse la necessità o avere un piccolo risparmio certamente utile per il reinserimento nella società una volta liberi. Parte del corpo insegnate – i maestri d’arte – potrebbe essere cercato tra gli stessi reclusi.

L’idea ci sembra valida alla soluzione di quella che viene definita “la vergognosa situazione carceraria italiana”, spetta ad altri, a quanti sono deputati a sovrintendere alla gestione della giustizia italiana, a stabilirne le regole.

Sta di fatto, tanto per fare un esempio, che nella mia città vi vi sarà a breve la disponibilità una moderna caserma con cinquemila posti. Quante altre caserme saranno disponibili nelle altre città d’Italia? Non vorremmo che lo Stato, per fare cassa, le mettesse in vendita a costruttori privati che ne ricaverebbero aree edificatorie. “Capisci a me!…” direbbe un napoletano.

Mas

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One Comment

  1. Perfetto,ma in tal caso,dove il governo rubara il soldi. Dicono che prigioniere custano tantissimo, ma non e vero,fanno una spesa minima e il resto tengono in tasca. Scusi errori ,non scrivo bene italiano.

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