‘Al servizio del Paese’, storia della Polizia di Stato  in 500 scatti : la piattaforma digitale realizzata dalla Polizia di Stato in collaborazione con l’Ansa, dall’ingresso delle donne agli arresti eccellenti .

 

Un progetto nato durante la pandemia da un’idea dell’Ufficio Comunicazione della Polizia di Stato, ossia di digitalizzare il patrimonio fotografico di Polizia Moderna, composto da oltre 50mila scatti, che insieme all’archivio dell’ANSA  hanno dato vita ad un progetto digitale sulla storia e sul presente della Polizia,  pensato per raccontare attraverso le immagini il lavoro ‘Al servizio del Paese’.

La piattaforma  digitale “Al servizio del Paese. Frammenti di storia italiana attraverso le immagini della Polizia” è  strutturata in sette sezioni da sfogliare con oltre 500 immagini: presenti le grandi notizie, impresse nelle memoria di tutti, e l’impegno quotidiano, raccontati con scatti iconici, fotogallery, video, brevi testi e i take dell’ANSA.

Dalle immagini dell’archivio di Polizia Moderna, “la memoria visiva della nostra istituzione”, spiega il capo della Polizia direttore Generale della Pubblica Sicurezza  Prefetto Lamberto Giannini, “ci siamo resi conto che queste foto raccontano non solo il nostro lavoro ma i passaggi storici e i cambiamenti del nostro Paese. Abbiamo voluto che questo patrimonio fosse letto e interpretato anche da un occhio esterno. L’ANSA ha dato sistematicità a questa pubblicazione e integrato questo patrimonio con tanti scatti, belli e interessanti”.

Si parte dall’impegno contro le mafie, le grandi inchieste, le stragi, le catture di latitanti eccellenti; poi la lotta al terrorismo e come le forze di Polizia si sono strutturate per reagire alla strategia della tensione e alle più recenti sfide. Ampio spazio è dedicato alle specialità, l’ossatura della Polizia, che si è adattata alla società che cambia. C’è poi una sezione sulle donne, dal loro ingresso 60 anni fa ad oggi.  Il quinto capitolo è dedicato alla sicurezza dei cittadini, la missione di ogni poliziotto. Quello successivo ai grandi eventi e alla gestione dell’ordine pubblico, così come è cambiato negli ultimi 20 anni.  Infine, l’ultimo capitolo, sul valore dello sport, è una rassegna dei grandi campioni italiani di ieri e di oggi.

La piattaforma è progettata per essere utilizzata dai tablet, per apprezzare le immagini che scorrono sullo schermo, ma anche per gli smartphone. Si rivolge, dice il direttore dell’ANSA Luigi Contu, “ai ragazzi e alle ragazze italiane che sempre di più si informano e cercano di capire la realtà attraverso le piattaforme digitali e i social. Questo libro è dedicato anche a loro”.




GDF TERAMO: COMPIE 100 ANNI GIOVANNI PAOLONE, EX INTERNATO MILITARE NEI LAGER NAZISTI IN POLONIA, PADRE DEL LUOGOTENENTE IN CONGEDO DOMENICO. A DE BERARDINIS DONATO UN CREST DELL’ANFI PER LA RICERCA STORICA.

Teramo, 22 febbraio 2022

 

Nella giornata di ieri, presso la sede del Comando Provinciale, la Guardia di Finanza di Teramo ha voluto festeggiare il Signor Giovanni PAOLONE, padre del Luogotenente Cariche Speciali (in congedo) Domenico, per il compimento del suo 100° anno di età.

In occasione dello speciale genetliaco, il Signor PAOLONE, accompagnato dai propri familiari, è stato festeggiato con un caloroso momento conviviale dal Comandante Provinciale, Colonnello t. ST Fabrizio CHIRICO, dal Maresciallo Capo (in congedo assoluto) Mario MIRANDI, Presidente della Sezione di Teramo dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, da numerose altre Fiamme Gialle in congedo e da una folta rappresentanza del personale in servizio di ogni ordine e grado.

Il Sig. Giovanni, ex soldato ed ex deportato IMI (Internato Militare Italiano) in Polonia, è stato ricevuto al Palazzo del Quirinale dal Presidente della Repubblica, Sergio MATTARELLA, in occasione della recente giornata della memoria, in quanto insignito della Medaglia d’Onore per la deportazione e del diploma di Combattente della Libertà.

Nativo di Cermignano (TE), parte in guerra il 2 febbraio 1942 con il 73° Reggimento fanteria “Lombardia” a Trieste e, successivamente, dopo aver frequentato il corso di armaiolo, viene distaccato al 52° Reggimento fanteria nell’area al confine orientale con il CLVII Battaglione mitraglieri “Novara” – 2° Divisione di fanteria “Sforzesca” (dislocata in Venezia Giulia nella zona tra Divaccia, Fola, Sesana, Villa del Nevoso lungo la linea di confine italo-jugoslavo). Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, viene catturato dai tedeschi a Trieste e internato nel lager di Stargard, in territorio polacco vicino alla città di Stettino. Durante la sua prigionia, condivisa con canadesi e americani, ha lavorato nei campi e nelle fabbriche tedesche. La salvezza arriva l’11 aprile 1945, quando le truppe americane aprono i cancelli del lager e Giovanni PAOLONE viene rimpatriato nell’estate dello stesso anno.

Le ricerche sulle vicende che hanno accompagnato le vicissitudini dell’ex deportato nei lager tedeschi sono state condotte in Germania, negli archivi nazionali e in quello Apostolico del Vaticano dal giornalista e storico Walter DE BERARDINIS, nativo di Giulianova (TE) e presente all’evento, cui è stato consegnato un crest ricordo.




Teramo. La Consulta Provinciale degli Studenti ricorda la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe

Teramo. La Consulta Provinciale degli Studenti di Teramo, rappresentata dal Presidente, Niccolò D’Elpidio e dalla Vice, Eleonora Rotta, hanno invitato il prof. Antonio Fares, rappresentante del libero Comune di Zara in esilio e il biografo del poeta dalmata Antonio De Micheli esule a Roseto degli Abruzzi, il giornalista Walter De Berardinis. L’evento culturale, in occasione della ricorrenza del 10 febbraio (Giorno del Ricordo), è stato aperto dai saluti istituzionali dell’Assessore alla Cultura della Città di Teramo, Andrea Core e dai due delegati della Consulta provinciale. Tutti i relatori hanno esposto, anche con ampie vedute diverse, le complesse vicende del confine orientale italiano dall’inizio del secolo scorso. Particolare toccante della giornata è stato il ricordo dell’esule dalmata De Micheli raccontato dal suo biografo e studioso della sua intensa produzione poetica.  Il letterato dalmata era nato a Sebenico nel 1881, visse a Spalato, Trieste, Udine, Parma, Roseto degli Abruzzi fino al 1964 (morirà nell’ospedale civile di Pescara il 22 aprile 1964) e oggi le sue spoglie riposano nel cimitero monumentale di Giulianova dove una targa ricorda la sua presenza. Le opere fin qui documentate (vedi foto) sono frutto di anni e anni di ricerca dello studioso giuliese negli archivi di stato di Trieste, Gorizia, Roma e anche negli istituti di cultura della vicina Croazia. Le Edizioni Solfanelli dell’editore Marco Solfanelli , in quel periodo (1962) gestito dal suo fondatore Marino Solfanelli , pubblicò l’ultima sua opera poetica ” I Segni dell’Apocalisse”dove lo stesso poeta si congedava con questa frase scritta alla fine del libro: ” Qui giace Enne Enne, poeta apocalittico, nei suoi canti invocò il Caos e la Morte. Tentò ogni mezzo per prolungare la vita sino alla più tarda età”. Sulla vita del poeta è stato scritto un saggio già pubblicato in alcune riviste scientifiche.




Presentazione del libro “DICEMBRE 1943 tra cronaca e storia. La battaglia di Ortona dai diari di guerra  e dai rapporti informativi inediti britannici e canadesi” di Andrea Di Marco

18 febbraio ore 17: 30, Ortona, Sala Eden

 

Ortona – Edizioni Menabò organizza sabato 18 febbraio alle ore 17:30 a Ortona (Sala Eden) la presentazione del libro di Andrea Di Marco DICEMBRE 1943 tra cronaca e storia. La battaglia di Ortona dai diari di guerra  e dai rapporti informativi inediti britannici e canadesi .

La storiografia sulla Seconda guerra mondiale, riferita alla battaglia di Ortona, ha visto emergere una crescente attenzione, almeno negli ultimi decenni a partire dalla fine del ventesimo secolo, per il “vivere nella guerra” del cosiddetto “fronte interno”, con riferimento alla quotidianità della popolazione civile profondamente coinvolta dalla prima vera guerra totale. Ma questa memoria storica non può prescindere, per comprenderne l’importanza e per la reale sovrapposizione delle informazioni e dei percorsi biografici, dai diari di guerra dei militari e delle unità combattenti che quella guerra l’hanno combattuta, quale memoria scritta per qualsiasi riflessione sul periodo.

Attraverso questa angolazione di lettura, Di Marco, nel libro, si ripropone di ripercorrere un intero mese di battaglia, nel dicembre 1943, grazie alla narrazione, appunto tra la cronaca e la storia, di ciò che i curatori dei diari delle unità interessate e i redattori dei resoconti dei servizi d’informazione hanno appreso e descritto attraverso l’apporto dei protagonisti, uomini ed armi, di quelle pagine. Le pagine dei diari di guerra delle truppe coinvolte con la descrizione delle azioni di guerra, della loro ripetitività scandita da orari, da operazioni pianificate, dalla giornaliera riproduzione di quanto avveniva all’interno di un Quartier Generale o di uno Stato Maggiore di un’unità, offrono la possibilità, al lettore di immergersi nella narrazione di quelle vicende e, con una visione d’insieme di quegli eventi, avere la possibilità di comprendere in che modo il territorio comunale diventa il terreno ideale per il loro svolgimento.

Andrea Di Marco (classe 1964), avvocato e magistrato onorario, appassionato ricercatore di storia, con particolare riferimento alla seconda guerra mondiale, da anni conduce un’appassionata ricerca negli archivi nazionali ed internazionali sulla storia della battaglia di Ortona e sulla Linea Gustav. Ha ricoperto l’incarico di membro del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Brigata Maiella dal 2005 al 2010, ha partecipato come relatore a diversi convegni ed incontri a carattere storiografico, ha collaborato e fornito consulenza storica alla realizzazione di diversi documentari nazionali ed internazionali sulla guerra in Abruzzo e la Battaglia di Ortona ed è autore di diversi articoli di interesse storico.

 

L’evento è patrocinato dal Comune di Ortona, da IASRIC (Istituto Abruzzese per la storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea) all’evento interverranno: Riccardo Fusilli Presidente dell’ERMA; Camillo della Nebbia, giornalista; Carlo Fonzi Presidente IASRIC; Marco Patricelli, storico.




Giorno del Ricordo, domani la cerimonia commemorativa ai “Giardini Giuseppe Micheletti”

Domani, venerdì 10 Febbraio, alle 9:30, in occasione del Giorno del Ricordo, presso i “Giardini Giuseppe Micheletti” si terrà una cerimonia commemorativa organizzata dal Comune.

Il sindaco Gianguido D’Alberto, alla presenza delle massime autorità del territorio, deporrà una corona d’alloro in memoria delle vittime delle Foibe e renderà omaggio agli esuli dei territori dove si verificarono i drammatici eventi post-bellici.

Dopo il discorso del primo cittadino, il consigliere comunale Pasquale Tiberii leggerà la preghiera dell’esule.




Bellante. L’Associazione culturale Nuove Sintesi organizza la Cerimonia di Commemorazione in Memoria delle “VITTIME DELLE FOIBE E DEGLI ESULI ISTRIANI E GIULIANO-DALMATI”.

La cerimonia di Commemorazione si terrà Domenica 12 febbraio 2023 alle ore 10.30 presso il Monumento ai Caduti in Piazza Mazzini a Bellante paese (TE).

“Migliaia di innocenti massacrati, molti gettati nelle cavità carsiche del confine orientale a guerra terminata – così un comunicato diffuso dall’associazione di Bellante. Migliaia di vittime dell’odio comunista, legate con il filo di ferro, torturate e gettate nell’oblio dai partigiani di Tito. Una pulizia etnica feroce. Migliaia di martiri, uccisi perché italiani, rimossi dalla memoria collettiva, dimenticati dalla storiografia ufficiale, derisi dall’intellighenzia di sinistra, snobbati dalle istituzioni democratiche. Centinaia di migliaia di esuli costretti alla fuga. I martiri delle foibe e gli esuli delle terre irredente dell’Istria, della Venezia-Giulia e della Dalmazia sono un patrimonio sacrale della nostra Nazione e del nostro Popolo: ne rappresentano la carne, il sangue e l’identità. – concludono gli organizzatori – Ricordarli è un un preciso atto di memoria nazionale”.



Fano Adriano. Marcello Sorgi ospite del Premio Giuseppe Zilli. Presentazione del libro “Mura. La scrittrice che sfidò Mussolini”. Venerdì 10 febbraio, ore 17,30.

Marcello Sorgi presenta a Fano Adriano il suo libro “Mura. La scrittrice che sfidò Mussolini”, ospite del “Premio Giuseppe Zilli per il giornalismo”.

Il giornalista, per sette anni direttore del quotidiano “La stampa” e in precedenza del Tg1 e del Giornale Radio Rai, venerdì 10 febbraio alle 17.30 sarà nella sala polifunzionale del Comune di Fano Adriano per presentare il suo libro “Mura. La scrittrice che sfidò Mussolini” (Marsilio).

“Avere Marcello Sorgi a Fano Adriano” commenta il Sindaco Luigi Servi “segna un importante momento per tutta la nostra comunità, e testimonia una vivacità culturale che Fano ha sempre avuto e che il Premio Giuseppe Zilli è riuscito a portare agli onori della cronaca. La rinascita delle aree interne deve infatti passare necessariamente per una rinascita culturale e sociale”.
Simone Gambacorta Direttore del Premio aggiunge “La presentazione di venerdì è un appuntamento che ci avvicina alla giornata di premiazione del Premio Giuseppe Zilli che si terrà il 29 luglio e si inscrive nel solco, di serietà e di autorevolezza, tracciato dal Premio lo scorso anno: ospiteremo la presentazione del libro “Mura” di Marcello sorgi, giornalista di primo piano nel panorama nazionale, così come lo furono i giurati e i vincitori della prima edizione”

Il saggio racconta la storia vera di Maria Assunta Volpi Nannipieri, famosa autrice di romanzi rosa che, sotto il regime fascista, divenne suo malgrado protagonista di un caso di ostracismo e censura mai del tutto chiarito. Su questo “affaire” Sorgi, documenti e carte alla mano, costruisce un’indagine che è sia un viaggio nella storia di una scrittrice di successo, molto vicina alle donne e capace di innovare il genere rosa, sia un resoconto fedele del clima di ferrea oppressione che la dittatura fascista impose con violenza agli italiani. Con l’esperienza del cronista di prima grandezza e con lo sguardo del saggista portato a sviscerare vicende e contesti, Marcello Sorgi offre con “Mura” il ritratto inquietante del volto oscuro di un potere che riuscì schiacciare tutte le libertà dei cittadini, a cominciare da quella d’informazione e da quella di opinione.

Del libro dialogheranno con Sorgi il sindaco di Fano Adriano, Luigi Servi, il direttore del Dipartimento di Scienze della comunicazione dell’Università di Teramo, Christian Corsi, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, e il direttore del “Premio Giuseppe Zilli per il giornalismo”, Simone Gambacorta. La presentazione, che sarà moderata dalla giornalista Tania Di Simone, è organizzata dall’Associazione Premio Giuseppe Zilli in collaborazione con il Comune di Fano Adriano e l’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo. L’ingresso è libero.




10 febbraio, Giorno del Ricordo: Franco Giuseppe Gobbato pubblica “Borovnica e altri campi di Tito” – con liste inedite dei prigionieri. A Giulianova viene ricordato Armando Volpe

Anche molti abruzzesi furono internati in quei lager

Giulianova. Nel nuovo lavoro del ricercatore storico di Vittorio Veneto, Franco Giuseppe Gobbato, dal titolo “Borovnica e altri campi di Tito” (edizioni Ritter di Milano, pag. 335) vengono citati numerosi internati abruzzesi catturati dall’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia durante le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale e le note vicende del confine orientale nell’immediato dopoguerra. Tra questi segnaliamo i caduti: Armandino Alfino di Rocca San Giovanni, Angelo Ippolito di Pescara, Armando Volpe di Castel di Sangro e Corradino Liberatore di Castel Messer Marino.

L’autore è riuscito a ricostruire, con diversi diari e fonti dei prigionieri, con i dati scientifici forniti da Istituti sloveni, con i documenti attinti dai vari Archivi, con testimonianze di provenienza alleata, della Croce Rossa Internazionale e dell’ospedale Militare di Udine, i momenti tragici della vita dei prigionieri del Campo di Concentramento di Borovnica (Slovenia) noto anche come l’“inferno dei morti viventi”. Non sono stati tralasciati neanche i numerosi campi di transito e stanziali che furono aperti in altri luoghi della ex Jugoslavia ove furono presenti italiani. Una “storia” da scoprire, ora arricchita con nuovi documenti importanti e unici a distanza di 15 anni dalla prima pubblicazione, con fotografie, cartine e le liste, inedite e date per distrutte dall’OZNA, dei prigionieri di Borovnica. Una “storia” che tenta di restituire dignità alla memoria di uomini che soffrirono e morirono e che ancora attendono il ricordo ed un fiore ai bordi delle fosse comuni in cui furono gettati.

Anche a Giulianova, sulla lapide posta all’interno del Cimitero monumentale, viene citato un caduto nel campo di concentramento di Borovnica: Armando Volpe, nato a Castel di Sangro il 28 novembre 1919 dal ferroviere Ferdinando e Maria Paolini, trasferito con l’intera famiglia a Fiume (Via Colle del Forno, 5 e successivamente in Via Salita Calvario) insieme ai fratelli: Bruno, Giulio, Gino, Leo ed Elisa. Il 22 luglio 1945, alle ore 9, moriva all’interno del lager. L’intera famiglia, dopo l’esodo Giuliano-Dalmata, furono accolti come profughi a Giulianova. Successivamente all’apposizione della lapide, da parte dell’Associazione Combattenti e Reduci, chiesero di ricordare il loro congiunto nella lapide dei caduti della Seconda Guerra Mondiale. Lo storico De Berardinis sta cercando di rintracciare i discendenti di Armando Volpe per il conferimento della Medaglia d’onore ai congiunti degli infoibati.

Molti invece furono gli abruzzesi che si salvarono e tornarono tra l’estate del 1945 e gli inizi del 1946, si segnalano: Guerrino D’Amico e Alfio Ramallo di Pescara; Ermindo D’Annunzio, Arminio D’Aristole, Francesco Ranalli, Guido Ritelli, Domenico Rittoli, Mario Tacconelli, Dino Carducci, Domenico Di Tommaso, Fedele Roddi di Chieti; Francesco Derandi, Gino Rossini di Carpineto della Nora; Fernando Di Tommaso di Cepagatti; Mario Di Valentino di Montorio al Vomano; Raffalele Fantazzi, Florindo Tullio di Balsorano; Donato Genelli di Cugnoli; Dino Mancini e Fido Nardone di Ortona; Guerino Montini, Tito Valentini di Teramo; Ermenegildo Narre di Torricella Sicura; Nicola Colangelo di Pollutri; Antonio Crognale, Giuseppe Crognale, Tommaso Di Donato di Castel Frentano; Giuseppe Petrella di Castiglione Messer Marino; Nicola Lucci di Liscia; Vincenzo Popolare, Eduardo Tritapepe di Lanciano; Fedele Rossi di Monteodorisio;

FRANCO GIUSEPPE GOBBATO (Vittorio Veneto, 1964), ricercatore storico e scrittore. Nel gennaio 2009 è stato uno degli otto ricercatori del Dipartimento misto (italiani, sloveni e croati) istituito dal Centro Studi e Ricerche Storiche “Silentes Loquimur” di Pordenone, per indagare sui fatti tragici avvenuti alla fine della seconda guerra mondiale sul confine orientale. Dal 2011 è socio del Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche, per il quale ha tenuto diverse conferenze su ricerche storiche effettuate. È socio fondatore dell’Associazione Culturale “Luce nella Storia”. Nel 2017 è nominato, dal Comune di Vittorio Veneto, referente del Memoriale dei Cavalieri di Vittorio Veneto presso il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto quale ideatore dello stesso. Ha al suo attivo una ventina di pubblicazioni ed ha curato la parte storica di diverse mostre fotografiche tenute nel vittoriese.

GiOVANNI PECO (Monza, 1962). Da oltre vent’anni si occupa di ricerche storiche sul confine orientale e del periodo 1943-1945. Ha collaborato con l’autore Pierangelo Pavesi al libro “Le vittime dimenticate”. È socio dell’Associazione Culturale “Luce nella Storia”.




“LE STRADE DELLA MEMORIA” AL“PEANO-ROSA”LA STORIA LOCALE CON IACOPONI E GRAZIANI

 

 

Nereto:L’IISS “Peano-Rosa”di Nereto, guidato dalla Dirigente Scolastica Dott.ssa Nadia Di Gaspare, ha dato avvio al progetto Le strade della Memoria”, un percorso didattico e formativocurato dal Dipartimento di Storia e strutturatoinquattro incontri durante i quali gli studenti potranno approfondire la storia locale per il periodo 1940-1945.

Il primo dei quattro appuntamenti, con cadenza mensile, si è tenuto venerdì 27 gennaio 2023, nell’Aula Magna dell’ITE, in occasione della Giornata della Memoria, e ha visto come tema la storia dei Campi di Concentramento in Abruzzo, negli anni 1940-1943, argomento poco noto al grande pubblico. A guidare gli studenti nella riflessione sono stati due storici locali d’eccezione, la professoressa Italia Iacoponi e il dottor Giuseppe Graziani. L’analisi si è soffermata sulla vita dei campi di concentramento sia in provincia di Teramo–comuni di Alba Adriatica, Tortoreto, Nereto, Corropoli, Civitella del Tronto, Isola del Gran Sasso –sia in Italia che Europa. L’incontro è stato coordinato dalla referente del Dipartimento di Storia, professoressa Monica Martelli, alla presenza del professore Pierpaolo Di Eleuterio e alcuni rappresentanti dell’ANPI-Associazione Partigiani Nazionale d’Italia.

 




Posizionata a Giulianova la terza pietra d’ inciampo. L’inaugurazione ieri pomeriggio, in corrispondenza dell’ ingresso del municipio, nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria.

Giulianova ha da ieri la sua terza pietra d’inciampo. Dedicata alla memoria del giuliese Flaviano Poltrone, la preziosa testimonianza simbolica, è stata inaugurata, ieri pomeriggio, in corrispondenza dell’ingresso del municipio. Dopo la cerimonia, promossa nell’ambito delle celebrazioni per il “Giorno della Memoria” 2023, sono state consegnate in sala Buozzi le Medaglie alla Memoria ai familiari di Poltrone e a quelli di Flaviano Martinelli e Roberto Loggieri, internati nel lager nazisti. Ancora in sala Buozzi, è stato ricordato e commentato, da Elso Simone Serpentini e da Walter De Berardinis, il libro del deportato giuliese Lino Manocchia “Frammenti di un prigioniero”. Alla cerimonia di inaugurazione della pietra d’inciampo, benedetta dal parroco di San Flaviano Don Enzo Manes, ha presenziato il Vice Sindaco di Giulianova Lidia Albani. Con lei, l’assessore del Comune di Castellalto Valeria Manelli, il Capitano Nicolò Morandi, Comandante della Compagnia Carabinieri di Giulianova, il senatore Antonio Franchi, presidente dell’ Anpi teramana, Ottavio Di Stanislao, Presidente dell’Istituto di Ricerche storiche, le associazioni combattentistiche e d’ Arma, la Protezione Civile, numerosi cittadini. Ha coordinato e curato tutte le iniziative il ricercatore storico Walter De Berardinis. La pietra d’inciampo appena collocata reca il nome del giuliese Flaviano Poltrone, giustiziato a 57 anni dai tedeschi in ritirata per non aver voluto consegnare il suo cavallo, prezioso per la sussistenza della famiglia. ” E’ questo l’ennesimo segno di riconoscenza che Giulianova dedica ai suoi caduti – ha sottolineato il Vice Sindaco Lidia Albani – Giulianova, città della memoria, città che non dimentica e onora tutte le vittime della violenza e della guerra. Questo, da sempre, l’obiettivo dell’ Amministrazione Comunale, che stasera scrive un’ ulteriore pagina della nostra storia. Anche questa pietra d’inciampo, infatti, vuol essere un punto di riferimento per chi, visitando la città, è disposto a ripercorrere e conoscere anche le vicende più dolorose. In modo particolare, ci rivolgiamo ai ragazzi. E’ fondamentale, infatti, che siano loro i primi ad “inciampare”, a fermare il passo, per riflettere e assicurare a questa e alle future comunità che mai più si ripetano fatti simili, che si rinnovi nell’animo umano tanta cieca bestialità”. Sara Palladini, attrice giuliese, ha letto le poesie del poeta ungherese Miklòs Radnòti detenuto nel Campo di Bor in Serbia insieme all’altro giuliese Edmondo Feliciani, entrambi morti in quel lager nazista nel 1944. L’evento è stato patrocinato dall’ANEI-Associazione Nazionale Ex Internati e ANFCDG – Associazione Nazionale Famiglie Caduti Di Guerra, rappresentati rispettivamente dalla Presidente, Edoarda Broccolini e dalla Segretaria, Lina Di Marcantonio. Al termine della cerimonia, l’ANEI-Teramo ha premiato con tessere d’onore il Sen. Antonio Franchi, il Capitano Morandi, Walter De Berardinis. L’ordine dei giornalisti d’Abruzzo, nel concedere il patrocinio all’evento, ha ritenuto valido il lavoro svolto da De Berardinis e Serpentini nel ricordare la figura del compianto collega Lino Manocchia attraverso la pubblicazione del suo diario di prigionia; oltre alla donazione delle pietre d’inciampo acquistate dai colleghi Roberta Mancinelli e Walter De Berardinis grazie al Premio Polidoro vinto a L’Aquila.