Italiani all'Estero, Lettere

USA. L’amministratore delegato della NASA ha annunciato che l’uomo scendera’ su Marte nel 2030.

Stranamente la dichiarazione non ha ottenuto l’effetto come

quello del presidente John Kennedy allorche’ disse:saremo sulla Luna entro gli
anni Sessanta.
Marte e’ molto piu’ distante dalla Terra rispetto alla Luna; di Marte sappiamo ben poco;per arrivarci l’equipaggio della navetta impieghera’ diversi mesi.Certo per
molti l’idea di visitare il pianeta rosso eccita,da’ sfogo a sogni centenari .
Negli Stati Uniti,superato il primo momento di orgoglio,venduti milioni di libri sull’impresa,messi in circolazione diecine di film piu’ o meno interessanti, e’
subentrato il classico interesse statunitense per quanto riguarda il lato economico. Gli americani hanno versato 30 miliardi di dollari per i progetti della NASA e all’infuori di qualche scoperta scientifica che ha aiutato la nazione,ben poco puo’ vedere oggi  nella
questione economica. C’e’ addirittura qualcuno che ha  chiesto a viva voce:che cosa abbiamo ricevuto dalla visita alla Luna?
Ora Marte.Quindici anni,ha detto la Nasa per riuscire a conquistare i problemi che   saranno tra noi ed il pianeta rosso. Certamente ci sono previsioni che parlano di un’altra spesa che raggiungera’ i cento miliardi di dollari. Ne vale la pena si
chiedono uomini di cultura e perfino amministratori di grandi aziende.? Subito
le risposte degli scienziati: le grosse imprese si giustificano da se’,come per
esempio  quella di Cristoforo Colombo che affronto’ maggiori rischi – sempre secondo gli esperti – di quelli di chi andra’ su Marte.
Una cosa e’ certa:superate le polemiche la Nasa allunera’ l’uomo sul quel pianeta tanto lontano.
Gli effetti favorevoli forse l’uomo  comincera’ a vederli nel 2050.
Benny Manocchia

 

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