Cultura & Società

E così Giovanni Chiarini, nato a Chieti il 29 gennaio 1849, è stato esiliato dal piazzale Mazzini, alla villa comunale di Chieti ed ha trovato un’altra sistemazione, poco distante.

La storia dell’esilio di Giovanni Chiarini è iniziata durante gli interventi che hanno interessato piazzale Mazzini per la riqualificazione architettonica ed ambientale della Villa Comunale, con il sindaco Ricci, nel 2008.

 Le mie ironiche interviste alla statua di Giovanni Chiarini,hanno avuto un solo obiettivo, quello di custodire la memoria, da trasferire ed approfondire, attraverso i testi e i documenti. Far conoscere una civiltà e una cultura di cui Giovanni Chiarini è stato testimone.

 

Ho ricevuto criticheperché ho pubblicato in tono scherzoso otto interviste… fatte ad una statua… Giovanni Chiarini, quando … bisognerebbe interessarsi dei tanti problemi urgenti, importanti, ma sono convinto che ridere fa bene in questo periodo buio e critico che stiamo vivendo.

Ne ho parlato e seguiterò a parlarne, perché non bisogna dimenticare il passato, da tramandare alla collettività, ai giovani e ricordare la storia, specialmente di cittadini che hanno onorato la città di Chieti. L’esploratore Giovanni Chiarini, ha dato testimonianza del suo ingegno e della sua passione per la gente d’Africa, dove all’età di  30 anni,il 5 ottobre del 1879, morì a Cialla, nella regione del Ghera,fra le braccia dell’amico Antonio Cecchi, presso la residenza della regina dove era prigioniero, in quell’Africa che aveva sognato e che aveva imparato ad amare.

 

Ripropongo alcuni appunti sulla vita di Giovanni Chiarini.

 

Nel 1884 la salma fu restituita a Chieti, e la città gli rese solenni onoranze funebri.

Dopo 52 anni, era l’anno 1936, la statua di Giovanni Chiarini fu sistemata in piazzale Mazzini alla villa comunale di Chieti in un posto dignitoso.

Nell’anno 2008, nel mese di luglio, dopo 72 anni, sotto l’amministrazione del sindaco Ricci, la statua fu nascosta, da una struttura in legno, con porte e fu costruito un palco… in cemento armato, che quasi ogni sera, veniva occupato da orchestrine.

Giovanni Chiarini si lamentò che molte persone, in assenza dei servizi igienici, avevano preso la sua base come orinatoio, perché non erano visti.

A seguito di lamentele da parte dei cittadini, nel mese di ottobre del 2010, il gestore del bar della Casina dei Tigli, rimosse la struttura in legno e la piattaforma di cemento sostituendola con una in legno rimovibile, sempre per ospitare gruppi musicali. Insomma la statua era tornata visibile ma, nel mese di novembre del 2011, iniziarono i lavori di riqualificazione architettonica ed ambientale della villa comunale che prevedeva la rimozione della statua.

Dove è stata traslocata la statua?

Il nove maggio del 2012, alla riapertura di Piazza Mazzini alla villa comunale, il sindaco Umberto di Primio anticipò che…” si cercherà una soluzione migliore per valorizzare alcuni busti”,quello dell’esploratore Giovanni Chiarini, troverà una sistemazione più adeguata.

… Parole…!

L’11 ottobre 2012, m i trovavo sul terrazzo superiore della Villa Comunale di Chieti, nelle vicinanze della signorile Casa già dei Baroni Frigerj, oggi Museo Nazionale di Archeologia, dove c’era l’area del settore del verde pubblico.

Autorizzato, entrai in un magazzino, perché ero a conoscenza che in quel posto c’era la statua, che però non vedevo.

Un addetto prese la scala, la poggiò vicino ad un armadio, salì e tolse una busta di plastica nera, (penso quella che viene adoperata per l’immondizia), che copriva… che cosa? La statua di Giovanni Chiarini.

 

Finalmente il 16 maggio 2015 c’è stata l’inaugurazione della statua, sistemata su un basamento in calcestruzzo armato, rivestito con lastre di travertino stuccate e levigate,

all’interno dell’aiuola ovale posta ai piedi del muraglione del Seminario regionale eprecisamente lungo viale IV Novembre. Sono trascorsi sette anni di esilio!

 

E’ evidente che Giovanni Chiarini non è contento per questa sistemazione rimediata, perché per tanti anni, con precisione 72, nella sua ubicazione originale, ha visto tanti cittadini che per abitudine bevevano alla fontanella a forma di conca e non potevano fare a meno di sbirciare la statua che stava a sorvegliare il piazzale dal suo posto privilegiato, bello e panoramico. Vedevo la fontana, la fontanella, gli archi, i platani, si scorgeva anche il laghetto con Nettuno ed i cigni. Mi ha raccontato che famiglie intere di due generazioni si sono seduti sugli scalini, tanti i fidanzati. Ora è tutto diverso!

 

Giovanni Chiarini mi ha fatto notare con tristezza,la poca attenzione che cittadini e uomini di cultura hanno avuto sulla sua persona. “Un giornalista, Mercoledì 29 settembre 2010, mi ha chiamato… Giovanni Pantini”.

Inoltre, su FB, un cittadino, candidato consigliere nella prossima tornata elettorale, mi ha definito, “brutto, con la testa piccola e con le spalle da gladiatore”.

Mi ha ringraziato che ho risposto a questo cittadino che non è uno scultore, non è un critico d’arte, non è una persona acculturata. Ho precisato che la bellezza è soggettiva, quello che a me piace può non piacere ad un’altra persona. La testa grande non è sinonimo di intelligenza, anzi, può nascondere una malattia, la macrocefalia. (Anomalia caratterizzata da un eccessivo volume del cranio degli uomini ndr). Quello che conta è il cervello e Giovanni Chiarini ha dimostrato che ce l’ha.Le spalle da gladiatore hanno uno scopo tecnico… reggere meglio il busto. Immaginate se questo cittadino dovesse diventare assessore alla cultura?

Abbastanza arrabbiato, ed è comprensibile, Giovanni Chiarini ha criticato tutto, lo si può perdonare …

Mi ha fatto notare l’ornamento pacchiano, realizzato in bronzo, proprio sotto il busto, che somiglia ad un tendaggioLateralmente e quindi non visibile, c’è inciso il nome dello scultore Trieste Del Grosso, nato a Chieti nel 1915, che ha realizzato il busto in bronzo nel 1936 asolo 21 anni.

Trieste Del Grossoè morto a 28 anni con il grado di capitano di artiglieria, fucilato sul Colle della Parata, un’altura poco distante dal Comune di Bussi PE, il 14 dicembre 1943. Avrei gradito, afferma Giovanni Chiarini, che avesse avuto più visibilità. La città dovrebbe ricordarlo e sarei felice che qualche scultore realizzasse il suo busto e fosse posto vicino a me. Sai quante cose potremmo raccontarci, della nostra breve vita.

Concluso il discorso, mi ha ringraziato per il mio impegno nel far conoscere alla città le cose che non vanno e che si potrebbero risolvere anche a costo zero, come i 20 metri di marciapiede in terra in via Pianell, che doveva essere sistemato, anche grazie alla donazione in denaro da parte di una cittadina S.P. ed invece è ancora così, creando problemi ai disabili, agli anziani, alle mamme con carrozzino.

 

Ho fatto visita alla tombadi Giovanni Chiarini situata all’inizio del cimitero monumentale di Chieti. C’è una bellissima scultura in gesso di una giovin donna, con lineamenti fini, capelli lunghi coperti da un velo, seduta su una poltrona, con il braccio destro piegato ed il viso appoggiato sulla mano. Con l’altra mano regge una rosa. Qualcuno ha voluto appoggiare una rosa gialla finta sul braccio sinistro.

Purtroppo solo in questa tomba c’è l’erba incolta.

 

Questa è l’iscrizione tombale a Giovanni Chiarini: Per amore di scienza morto nell’Africa Equatoriale.

 

Le foto sul link:

https://www.dropbox.com/sh/9migqnk44yd4589/AAA8jhe5q-x2O7Ts-qwHJU5Ra?dl=0

Luciano Pellegrini  agnpell@libero.it

cell +393404904001

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