Teramo. Spettacolo Teatrale LEI, la giovane, la piccola speranza

 

Il  9 Novembre alle ore 17 presso l’auditorium San Carlo ultimo appuntamento con le iniziative per il centenario della morte di Charles Péguy (le manifestazioni si possono rivedere, grazie al lavoro qualificato  di Teramoweb, la  prima web tv per Teramo e provincia, sul  www.teramoweb.it).

La rassegna di eventi ha registrato un interesse crescente nella nostra città che ha mostrato di gradire,  partecipando  a tutti i singoli eventi promossi dall’Ufficio Diocesano per il progetto culturale, dal Salotto culturale “Prospettiva Persona”, dal Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Teramo e da altri due centri culturali. Anche la giornata di studio del 7 novembre, nell’auditorium San Carlo ha visto  la partecipazione dei più autorevoli studiosi e docenti universitari italiani esperti di Péguy e dei temi correlati alla sua figura, con una presenza qualificata da parte di persone provenienti anche dalla regione (Pescara, L’Aquila, Chieti, Lanciano) e da altre parti d’Italia.

Domenica 9 per onorare  la chiusura della Mostra del Meeting di Rimini “Storia di un’anima carnale”, che ha registrato numerose visite singole e di gruppi come alcune classi delle scuole dalla provincia  e della città, ci sarà lo spettacolo Teatrale LEI, la giovane, la piccola speranza. Salmodia teatrale contemporanea per musica, immagini e voce umana,  a cura della compagnia teatrale “Associazione l’Altro Cantiere”.

Charles Péguy  il primo poeta della Cristianità “dopo Gesù, senza Gesù”, ha consegnato al Novecento il regalo della giovane, della piccola Speranza. La poesia dei “misteri” del grande poeta francese è il cuore di un’agile azione teatrale sui generis, una speciale salmodìa contemporanea per musica immagini e voce umana, che inizia come prova per una messinscena teatrale e finisce come spettacolo vero e proprio.

Prodotta dall’associazione teatrale molisana “L’Altro Cantiere” e curata dal giovane regista Nicola Abbatangelo, la pièce percorre la vicenda del poeta francese prendendone in prestito le parole più quotidiane e allo stesso tempo vertiginose, esaltando la vitalità degli scritti dello stesso Péguy, scelti da Nicola Sorella, insieme ai commenti musicali che vedono l’alternarsi di brani composti per l’occasione da Michele D’Ambra e l’improvvisazione sul palcoscenico di Fernando Nese al violoncello.

Nell’opera affiorano e dialogano tra loro due storie, due cammini, coraggiosamente legati nell’abbraccio tra la visual art e il teatro d’attore. Rivivere Peguy per vivere la ragione amorosa della Speranza, in tempi come questo, che bruciano nell’afasìa o nella chiacchiera la vitalità dell’ennesima generazione, è sfida ardua ma appassionata al cuore di ogni uomo che voglia lasciarsi ferire dalla Bellezza, quella che non conosce tramonto. Lo spettacolo intende consegnare al mondo la possibilità intravista da Péguy: il gesto nuovo di un Uomo Nuovo, capace di generare la febbre di vita di stupore in stupore che fu di Giacomo e di Andrea, di Pietro e di Giovanni in tanti altri che oggi, viandanti sbandati, pure ancora lo cercano.