Cultura & Società

L’Aquila. Vincenzo Di Michele presenta la sua ultima novità editoriale: “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”

Gentile direttore,
se può essere d’interesse, giro volentieri questa nota pervenuta da Alessia Mocci – che per l’autore del volume cura i rapporti con la stampa – sull’uscita del libro di Vincenzo Di MicheleMussolini finto prigioniero al Gran Sasso” – Ed. Curiosando, proprio oggi a 68 anni dalla liberazione  del Duce prigioniero presso l’albergo di Campo Imperatore, sul Gran Sasso d’Italia, con un’azione dei tedeschi. La nota, pubblicata su www.oblettemagazine.com, può essere ripresa citando la fonte. Vincenzo Di Michele, figlio di un reduce della Campagna di Russia di Pietracamela (Teramo), è  giornalista pubblicista e scrittore. Nato a Roma, dove vive, nel 2006 ha pubblicato “La famiglia di fatto”, nel 2008 “Io prigioniero in Russia”, che ha venduto oltre 50.000 copie ed è stato vincitore di premi alla Memoria Storica e alla Vita e Cultura Alpina, “Guidare Oggi” (Curiosando Editore 2010), un manuale sulla sicurezza e l’educazione stradale che affronta le insolite problematiche correlate al Codice della Strada.
Con viva cordialità
Goffredo Palmerini
Vincenzo Di Michele presenta la sua ultima novità editoriale:
“Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”
ROMA – In data odierna, 12 settembre 2011, esattamente sessantotto anni dopo dalla liberazione di Mussolini al Gran Sasso in  quel 12 settembre 1943 ad opera dei tedeschi, Vincenzo Di Michele annuncia inaspettati risvolti storici e nuove testimonianze sulla permanenza del Duce  a  Campo Imperatore con  la sua ultima novità editoriale “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso“, Curiosando Editore. Nell’ambito di tale rivisitazione storica, l’autore rivela nuovi percorsi storici cui prestar attenzione, grazie anche alle testimonianze inedite dei pastori abruzzesi e di chi era
presente nel settembre 1943 all’albergo di Campo Imperatore.
Infatti, sono stati accertati e riscontrati avvenimenti storici sinora sconosciuti, come ad esempio, la presenza di tre personaggi nell’albergo di Campo Imperatore, i quali sono stati invitati proprio dal tenente Alberto Faiola, Comandante del nucleo Carabinieri addetto alla sorveglianza di Mussolini al Gran Sasso. Addirittura uno di questi personaggi, Alfonso Nisi, originario di Fano Adriano piccolo paese alle pendici del Gran Sasso, rilasciò un’intervista dove dichiarò la sua presenza  in quei giorni come ospite  – grazie ad un invito del tenente Faiola –  nell’albergo di Campo Imperatore.
Sempre il Nisi, affermò che Mussolini a Campo Imperatore poteva fare quel che gli pareva e piaceva, vedere gente, ricevere e inoltrare lettere
clandestine, e che, insomma, la sorveglianza non era né stretta né efficace.
Sta di fatto che tale personaggio, Alfonso Nisi, si trovò presente al momento della liberazione del Duce al Gran Sasso, e che la sua presenza lassù era certamente indebita. La  notizia or citata, in realtà, era  già stata pubblicata ai primi degli anni 60, dalla rivista Storia Illustrata, anche se, passò del tutto inosservata. Eppure, il tenente Alberto Faiola, Comandante dei Carabinieri al Gran Sasso, fu encomiato per la sua piena aderenza alle disposizioni impartite. Ed inoltre, nella nuova opera di Vincenzo Di Michele – con prove documentali – è stata attentamente analizzata la concreta possibilità di intraprendere la via di fuga verso il versante teramano portando così il Duce in luoghi più sicuri.
Ad esempio, a soli 30 minuti di marcia, c’era il Rifugio Duca Degli Abruzzi tra l’altro proprio in uso all’Aereonautica Militare e non molto distante, c’era anche il Rifugio Garibaldi. Nonostante siano trascorsi quasi 70 anni, la liberazione del Duce a Campo Imperatore continua ad essere un argomento
dove ci sono molti episodi ancora da chiarire, ed in particolare,  riguardo alla reale  portata storica correlata all’incursione delle forze germaniche. A tal conto, viene quindi analizzata da Alvise Valsecchi, circa un effettivo dimensionamento storico dell’intervento di liberazione ad opera dei paracadutisti tedeschi – evidenziando peraltro in maniera comprovata la mancata proverbiale efficienza dell’esercito tedesco – in riferimento all’azione di liberazione di Mussolini al Gran Sasso.
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